• Episodio 178 - Quelli che ieri favorirono la nostra ascesa al potere oggi ci colpiscono alla schiena (1944)

  • Jul 14 2024
  • Duración: 6 m
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Episodio 178 - Quelli che ieri favorirono la nostra ascesa al potere oggi ci colpiscono alla schiena (1944)

  • Resumen

  • Quelli che ieri favorirono la nostra ascesa al potere oggi ci colpiscono alla schiena.

    Macerata, in queste ultime settimane, ha dovuto assistere al proditorio assassinio di quattordici dei suo figli migliori, al ferimento di altri camerati, a vessazioni e rapine di ogni genere e misura. Bande di sconosciuti scorrazzano per gli abitati delle montagne assaltando i magazzeni di grano, depositi di viveri, trasporti di persone, depredando e distruggendo, sequestrando uomini e cose, seminando dovunque il terrore e la morte.

    Questo stato di cose ha creato una psicosi di viva apprensione e di orgasmo fra la popolazione della provincia, notoriamente tranquilla e radicalmente attaccata al proprio lavoro. Più doloroso il fatto che gli assassini e gli esecutori materiali sono in prevalenza degli italiani, imbevuti di odio e di vendetta contro i propri fratelli. Contro i responsabili dell'eccidio di Muccia, il Tribunale Militare pronuncerà tra breve il proprio verdetto in base alle leggi di guerra. (Imputati assolti; ndr).

    Ma noi vorremmo che si colpissero più severamente coloro che favoriscono il dilagare di queste manifestazioni di banditismo stando nell'ombra. È ormai notorio infatti che molti signorotti industriali, commercianti e grossi proprietari terrieri, hanno fornito mezzi e ospitalità ai banditi. Costoro sono in gran parte quegli stessi che negli anni della vigilia cercarono di favorire lo sviluppo del movimento fascista nella speranza di farne la guardia bianca della borghesia. Ora che il fascismo, attraverso la costituzione della Repubblica Sociale, ha mostrato ancora più chiaramente il suo vero volto, essi vogliono impedirne qualunque affermazione e sviluppo.

    Ma il fascismo è una idea universale che non può morire perchè è destinata a penetrare sempre più nella coscienza degli individui e non soltanto di quelli dei paesi dell'Asse. I cosiddetti <> - i quali, comunque vadano le cose, dovranno rendere conto delle loro azioni delittuose - spogliati del loro bieco livore antifascista che ne ha fatto dei banditi, eccetto gli stranieri e salvo poche eccezioni non sono che degli illusi. Essi combattono per un re e per un governo che nessuno vuole. Basta seguire gli avvenimenti delle provincie invase per convincersene. La stessa agenzia Reuter ha dato notizia che il recente comizio antifascista di Napoli è stato caratterizzato da una serie di fischi e di invettive all'indirizzo di Vittorio Emanuele e di Badoglio.

    Non per nulla la stampa nemica nelle provincie del meridione ha unanimamente affermato che il fronte antifascista è più compatto nei territori non occupati. I fatti hanno dimostrato che gli anglo-americani vogliono la nostra distruzione, non la nostra liberazione. Gli eserciti degli invasori sono formati soprattutto di negri del Sudan, del Senegal, del Camerun, del Congo, del Chenia, del Tanganica, di Marocchini, Algerini, Indiani, Indocinesi, Abissimi e negri d'America. Queste variopinte formazioni mercenarie stanno compiendo le atrocità più inaudite ai danni delle nostre donne e delle nostre famiglie del meridione.

    Alla luce di queste solari verità, non è difficile prevedere quale sarebbe la nostra sorte se l'Italia cadesse sotto il dominio dei suoi nemici. Saremmo dati in pasto alle truppe di colore. Ma come si può pensare che un siffatto mosaico di razze inferiori possa seriamente procurarci la libertà ed un maggior benessere? Ciò senza calcolare l'influenza del Cremlino che rappresenta ed esprime una concezione di origine asiatica in funzione della razza slava, la cui rivalità, rispetto ai popoli latini, è una pura mostruosità. Se tutto questo è vero non v'è chi non veda, per il bene della nostra Patria, l'inderogabile necessità di procedere decisamente contro coloro che non sono disposti a ricredersi. Se in tutte le provincie del nord, della Toscana e del Lazio è tutto un susseguirsi di volontari che chiedono l'onore di difendere l'Italia dalla invasione dei barbari, perché questa luce nuova non deve illuminare anche la nostra gente? Di fronte alla minaccia della totale distruzione, la sola alternativa è quella di difenderci contro tutto e contro tutti. E se per disavventura dovessimo soggiacere, meglio cadere sul fronte del combattimento che morire dall'umiliazione e dal disonore. Chi non sente questo imperativo categorico è un traditore ed un vile, un italiano indegno e contro cui occorrerà agire se si vuol salvare l'Italia.

    (Arturo Bernardi, L'Azione repubblicana del 18 marzo).

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