Episodios

  • L'antimafia solo quando fa comodo
    Aug 15 2024
    [LA SVEGLIA VA IN VACANZA FINO AL 2 SETTEMBRE]

    L'antimafia solo quando fa comodo

    Nello Trocchia sul quotidiano Domani racconta di un signore poco conosciuto dalle cronache nazionali, Giovanni La Lia. Nel 1993 il suo telefono faceva e riceveva chiamate da persone che hanno a che fare con le stragi di mafia che uccisero dieci persone innocenti, tra cui due bambine, tra Lazio, Lombardia e Toscana, con ingenti danni anche al patrimonio artistico.
    Il telefono di La Lia in quei mesi ha comunicato anche con Filippo e Giuseppe Graviano, boss mafiosi che sono stati tra gli organizzatori delle bombe disseminate in Italia. La Lia ha affermato di non aver avuto contatti con i mafiosi Buttita, Spatuzza, Tranchina, Salvatore Benigno e Giorgio Pizzo, che ha detto di non conoscere. Quando gli hanno mostrato i tabulati ha risposto che si trattava probabilmente di “errore di digitazione o telefono clonato”, visto che ha giurato di non avere mai prestato il suo telefono a nessuno.
    La Lia oggi è indagato con l’accusa di avere mentito ai pubblici ministeri nell’ambito dell’inchiesta sul periodo stagista della Procura di Firenze, dove risultavano indagati Silvio Berlusconi (ora deceduto) e Marcello Dell’Utri. Che c’entra La Lia? Il 26 gennaio 1994, Silvio Berlusconi annuncia l'ingresso in politica, il giorno dopo, a Milano, vengono arrestati i fratelli Graviano e qualche giorno dopo proprio La Lia fonda il club di Forza Italia a Misilmeri, in provincia di Palermo.
    I rapporti tra Cosa nostra e Forza Italia fin dalla sua fondazione sono scritti in diverse sentenze definitive. La Lia è un granello di una storia che però è sparita completamente dal dibattito pubblico e politico. Anche l’antimafia in questi tempi è diventata selettiva.

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  • Il Sud Italia muore di sete
    Aug 14 2024
    Il Sud Italia muore di sete, e non è una metafora. Sicilia, Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata: un rosario di regioni arse dal sole e dalla negligenza. In Basilicata, il 90% del raccolto di grano è perduto. In Puglia, i raccolti sono dimezzati. E noi? Ci stupiamo, come se questa apocalisse idrica fosse imprevedibile e non il risultato di decenni di miopia.

    I cambiamenti climatici sono qui, ora. Dal 1951, la disponibilità idrica è in costante calo. Nel 2022, abbiamo toccato il minimo storico: 67 miliardi di metri cubi, il 50% in meno rispetto alla media trentennale. Ma tranquilli, abbiamo il PNRR! Peccato che dei 4,8 miliardi stanziati per la tutela del territorio e delle risorse idriche, al 19 luglio fossero stati spesi solo 671 mila euro. Il resto? Probabilmente finirà per irrigare i giardini di qualche villa ministeriale.

    E le infrastrutture? Ah sì, quelle reti idriche che perdono il 42,4% dell'acqua. Un colabrodo nazionale che sperpera abbastanza acqua da dissetare 43,4 milioni di persone per un anno. Ma chissà, forse è una strategia: se l'acqua si perde, almeno non dobbiamo preoccuparci di gestirla, no?

    Quattro miliardi di euro bruciati nell'agricoltura del Sud, 33.000 posti di lavoro evaporati nel primo trimestre 2024. E mentre la Sicilia boccheggia, dei 31 progetti presentati per l'agro-sistema irriguo, tutti sono stati considerati inammissibili dal Mipaaf.

    Il vero dramma è che sappiamo cosa fare. Gli esperti indicano soluzioni che richiedono una visione, coraggio e la volontà di guardare oltre il prossimo sondaggio elettorale.

    La politica agisce con la velocità di chi non può tradire la sua propaganda. E mentre loro discutono, il Sud soffoca, l'agricoltura muore e il futuro si fa sempre più arido.

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  • Essere d’accordo con Gasparri
    Aug 13 2024
    “Ci vuole l'innegabile talento di Vannacci per criticare Paola Egonu nel giorno del trionfo olimpico delle nostre atlete di pallavolo.
    L'ex, per fortuna, generale, si atteggia a De Gobineau 'de noantri' (se lo ignora può consultare Wikipedia, fonte di apprendimento alla sua portata) parlando di 'tratti somatici. Lessi su un giornale che si vantava di fingere di perdere l'equilibrio in metropolitana per toccare le mani, cito, 'di persone di colore per capire al tatto se la loro pelle fosse più rugosa della nostra. lo invece ho incontrato un signore che si è qualificato come barbiere di Vannacci, meno noto di quello di Siviglia reso celebre da Rossini (rinvio Vannacci a fonti Internet anche in questo caso), dal quale ho appreso che al momento dello shampoo, con l'inevitabile contatto delle mani con il celebre cranio, 'a tatto' il barbiere ebbe il sospetto di un vuoto all'interno della 'scatola' Ma come dicono nella celebre opera 'la calunnia è un venticello' e il barbiere avrà mentito. Per Vannacci vale il noto detto: Tanto nomini nullum par elogium. O no?”.
    Vi stupirà sapere che il forbito commento qui sopra è firmato dal senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, folgorato sulla via di Damasco da una luce di rispetto e di integrazione. La stessa sospetta conversione del ministro Lollobrigida qualche giorno prima, quando ha scritto che non esistono colori tra gli atleti ma sono “tutti azzurri”.
    Quella che potrebbe essere un’angosciante buona notizia (essere d’accordo per una volta con Gasparri) in realtà nasconde la vera notizia: nella destra è cominciata la guerra contro Salvini e compari. Dipingerli come estremisti è il primo passo.

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  • I complimenti a denti stretti in queste Olimpiadi
    Aug 12 2024
    Ieri pomeriggio dopo la straordinaria vittoria alle Olimpiadi di Parigi della nazionale femminile di pallavolo in è saltato all’occhio un post su X di Bruno Vespa, giornalista di punta di qualsiasi potere, simbolo di certo giornalismo che va per la maggiore nel Paese.
    Scrive Vespa, testuale: “Straordinaria la nazionale pallavolista femminile. Complimenti a Paola Enogu e Myriam Sylla:brave,nere,italiane.Esempio di integrazione vincente”. Solo che Paola di cognome fa Egonu, come sa qualsiasi giornalista che anche svogliatamente al mattino faccia uno straccio di rassegna stampa. Lasciamo perdere anche gli spazi dopo la punteggiatura, regolati prima elementare che viene segnalata con la matita blu.
    Ciò che ci interessa è lo sforzo di Vespa, e di tutte le vespe come lui, di apparire progressista non riuscendo a non mentire. Egonu e Sylla sono brave e italiane di nascita per tutti, esattamente come tutte le altre pallavoliste. Che nella testa di Vespa (e di molti al governo) sia necessario “integrarsi” per il colore della pelle è un tarlo del vannaccismo che in queste olimpiadi ha sbattuto il naso contro la realtà.
    Che siano italiane e siano vittoriose è la notizia. Che siano bianche o nere è un particolare che nota solo chi è imbevuto di questi tempi ignoranti, razzisti e fascisti. Rimane comunque la soddisfazione (anche questa olimpica) di vederli costretti complimentarsi a denti stretti. Anche questa è una medaglia.

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  • Con Vannacci il capitano Salvini diventa mozzo
    Aug 9 2024
    Poco fa, alla fine di maggio, il leader della Lega Matteo Salvini ha espulso il consigliere regionale ed ex assessore a Padova. La sua colpa è quella di avere sostenuto a Mestrino, un comune di circa 10 mila anime, il suo ex vice sindaco e non il candidato del partito.
    A luglio Salvini ha espulso Paolo Grimoldi, storico militante della Lega colpevole di avere criticato la linea del segretario e avere chiesto a gran voce i congressi.
    Erano tre i consiglieri regionali espulsi in Lombardi a fine 2022. Il consiglio dei saggi della Lega (ai tempi composto da Calderoli, Giorgetti, Bosatra, Centemero) parlò addirittura di “tradimento”.
    A marzo di quest’anno è stato espulso l'ex segretario regionale della Liga, ex sindaco di Vittorio Veneto e al tempo europarlamentare Gianantonio Da Re. Aveva contestato le scelte di Salvini sulle candidature alle elezioni europee, in primis il generale Roberto Vannacci. A casa.
    A giugno Salvini ha espulso il consigliere regionale veneto Gabriele Michieletto accusato di “polemiche strumentali, inutili e dannose contro la Lega”. Erano i giorni in cui il fondatore del partito Umberto Bossi aveva annunciato che alle elezioni europee avrebbe votato Forza Italia. Bossi non è stato espulso, ovviamente.
    In questi giorni l’europarlamentare Roberto Vannacci ha annunciato di avere fondato il suo movimento politico. I suoi accoliti dicono che potrebbe anche diventare un partito, chissà. Si chiama “noi con Vannacci”, così simile a quel “Noi con Salvini”. Ovviamente tutto accade senza congressi, senza nulla.
    Vannacci l’ha fatta più grossa degli espulsi ma Salvini tace, è mansueto. Il capitano in certe occasione diventa mozzo.

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  • Il Piano Mattei è in fondo al mare
    Aug 8 2024
    Il portavoce dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni Flavio di Giacomo ha rilanciato la testimonianza di un migrante sbarcato sabato scorso a Lampedusa da una barca che l’aveva soccorso in mare. Secondo il racconto del sopravvissuto una barca con 45 persone, tra cui donne e bambini, partita il 30 luglio dalla Tunisia verso l’Italia sarebbe naufragata.
    Negli ultimi sette giorni nel mar Mediterraneo sono morti 97 migranti, dice l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). “Si parla molto di sbarchi in calo, ma in realtà l’emergenza non era numerica neanche nel 2023. La vera emergenza, che continua anche adesso, è umanitaria: sono 1.021 le vittime dall’inizio dell’anno”, ha scritto il portavoce di Giacomo.
    La differenza rispetto agli anni scorsi è nell’abile nascondimento dei morti da parte del governo, che snocciola spesso i numeri che dimostrerebbero la diminuzione degli sbarchi.
    Nel cruscotto del ministero continuano a mancare però le vittime, mai conteggiate a meno che non sporchino le spiagge italiane e disturbino la quiete balneare. Del naufragio avvenuto nei giorni scorsi non se ne sa nulla, non si dice nulla, non si domanda nulla. Nessun chiarimento sulla responsabilità, nessuna indagine sulle cause e sulle vittime.
    La normalizzazione degli annegati è un elemento fondamentale per il buon funzionamento della strategia di respingimenti illegali, come dimostra l’amica Tunisia si sta distinguendo per avere imparato in fretta come essere un buon trampolino di lancio verso il fondo del mare. Così mentre il cosiddetto Piano Mattei vola nella propaganda questi altri affondano.

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  • Toti che si difende dai processi, mica nei processi
    Aug 7 2024
    Le cronache romane ci restituiscono il presidente dimissionario della Regione Liguria Giovanni Toti abbronzato e in tour negli uffici politici romani per apparecchiare il suo successore. Le gravi accuse che gli vengono mosse dalla Procura di Genova (corruzione e finanziamento illecito ai partiti) non hanno meritato una sola riga dei dibattiti e delle cronache.
    Toti ha visitato il viceministro delle Infrastrutture e dei Trasporti per valutare una sua eventuale candidatura come successore. “Edoardo Rixi? Lo stimo - dice Toti - bisogna vedere se è disponibile e può fare campagna”. Toti ora è un “semplice cittadino”, dicono i suoi compagni di partito di centrodestra.
    Il garantismo peloso del resto è esattamente questo: utilizzare la leva della presunzione di innocenza sancita dalla Costituzione per sfuggire alle questioni di responsabilità. Al di là dell’aspetto giudiziario e del processo che verrà quanto è opportuno che un ex presidente di Regione accusato di essere a capo di un sistema di potere corruttivo brighi fiero per trovare un successore del suo potere?
    Giovanni Toti ha il diritto di difendersi e la Liguria pure. Toti ieri ha rilanciato anche l’idea dello scudo per gli amministratori. “Uno scudo serve, non solo per parlamentari e ministri, surreale che uno come Matteo Salvini finisca a processo”, ha detto ai giornalisti. “Uno scudo come Capitan America, - ha aggiunto bisogna allargare le immunità, più protezione non è necessaria solo per me ma anche per sindaci e amministratori”.
    La Liguria ha il diritto di difendersi da un politico che ha già cominciato a difendersi dai processi piuttosto che anziché difendersi nei processi. Questione di opportunità, non di garantismo.

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  • Se è incostituzionale basta cambiare il giudice
    Aug 6 2024
    Sembra che se ne siano accorti in pochi di cosa è accaduto lo scorso martedì durante le audizioni in Commissione Affari costituzionali della Camera a proposito della riforma del premierato e della legge elettorale che inevitabilmente dovrà cambiare. Nella sfilata di brillanti costituzionalisti favorevoli alla riforma fortemente voluta dal governo che la maggioranza sta facendo sfilare nel tentativo di corroborare le proprie tesi è stato il turno del professore Tommaso Edoardo Frosini, docente di diritto pubblico comparato presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli, che ha affrontato l’ipotesi di una formula elettorale a turno unico, come già anticipato nei mesi scorsi dalla ministra per le Riforme Maria Elisabetta Casellati.
    Frosini ha parlato di un “75% dei seggi assegnati in collegi uninominali con recupero dei migliori perdenti” e un “restante 25% che il Mattarellum prevedeva di distribuire in via proporzionale, può essere assegnato come quota di premio per la maggioranza. Ma una quota mobile, non fissa, fino al 25%”. Si tratterebbe sostanzialmente di un sistema elettorale misto che tiene insieme due maggioritari, con evidenti problemi di incostituzionalità. E perché questa volta la Consulta non dovrebbe bocciarlo di nuovo? La risposta del professore Frosini è da brividi: “Il collegio che giudicherà, ammesso e non concesso che arrivi alla Corte, sarà completamente diverso da quello che si è già pronunciato”, dice. In pratica ci si affida alla possibilità di avere giudici più accondiscendenti. Non male come risposta se si tiene conto che la Corte costituzionale è incagliata da tempo per una nomina mancante da parte della maggioranza.

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