L’arte invisibile 20-21

De: Teatro Metastasio di Prato
  • Resumen

  • Teatro Metastasio di Prato
    in collaborazione con Rete Toscana Classica
    L’ARTE INVISIBILE 20-21
    Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità
    a cura di Rodolfo Sacchettini

    Radiodrammi e adattamenti radiofonici, divagazioni artistiche sul Rigoletto e serate di varietà radiofonico compongono il programma di produzione originale che ha intrapreso quest’anno la Fondazione Teatro Metastasio con il suo Gruppo di Lavoro Artistico per Rete Toscana Classica. Una novità assoluta, anche sul piano nazionale, che contribuisce a recuperare e rinnovare una ricca, ma troppo spesso dimenticata, tradizione di composizione artistica pensata appositamente per la radio. In questi ultimi mesi, passati tra chiusure forzate e ripartenze zoppicanti, in molti hanno riscoperto il piacere dell’ascolto. L’arte prodotta dalla radio è invisibile, ma se ci si lascia incantare dalle voci, dalla musica e dalle parole, può smuovere profondamente l’immaginazione. La primavera della radio soffia su Prato.
    Copyright Teatro Metastasio di Prato
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Episodios
  • Reunion
    Apr 22 2021
    REUNION
    testo e regia Oscar De Summa
    voci Ilaria Marchianò, Francesco Pennacchia, Arianna Pozzoli, Francesco Rotelli, Paola Tintinelli, Luca Zacchini e Oscar De Summa
    musica Francesco Pennacchia, Savino Paparella e Oscar De Summa

    a cura del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio
    registrazione Domina s.a.s. / Andrea Benassai
    postproduzione Oscar De Summa e Andrea Benassai
    dal progetto L'arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità
    a cura di Rodolfo Sacchettini
    in collaborazione con Rete Toscana Classica


    In un dolce pomeriggio della stagione dei ricordi, un gruppo di amici “storico” – che come molti gruppi di amici storici si è da tempo perso nei risvolti della vita pratica – si riunisce in una stupenda villa di campagna al richiamo insistente e inaspettato di uno di loro: apparentemente il più fortunato, quello a cui è andata meglio, quello che ha ricevuto, inaspettatamente, una grandissima eredità. Tutte le fortune a lui. La compagnia non tarda a rispondere al richiamo anzi, per dirla tutta, si avventa sull’ereditiero, nella speranza di raccogliere anche solo qualche briciola di quella fortuna. Personaggi diversi tra di loro, per estrazione e per storia, danno vita a una carrellata di maschere della società contemporanea, con tutte le debolezze, i fallimenti, le disillusioni di una giovinezza che se ne è andata e una vecchiaia sempre più prossima. Sfruttare la ricchezza dell’amico di infanzia sembra, cinicamente, la soluzione migliore per ottenere un po’ di quiete.
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    53 m
  • All'uscita
    Apr 15 2021
    ALL'USCITA
    di Luigi Pirandello
    regia Clio Scira Saccà
    voci Oscar De Summa, Paola Tintinelli, Francesco Pennacchia
    con la partecipazione di Savino Paparella, Ilaria Marchianò e Chiara Callegari
    musica Bolero di Ravel

    a cura del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio
    registrazione Domina s.a.s. / Andrea Benassai
    postproduzione Clio Scira Saccà e Andrea Benassai
    dal progetto L'arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità
    a cura di Rodolfo Sacchettini
    in collaborazione con Rete Toscana Classica


    All’uscita posteriore di un cimitero, in un paesaggio campestre, al crepuscolo, l’apparenza di un uomo grasso, morto da qualche tempo, viene sollecitata al dialogo dalla figura di un filosofo. Le due vane forme, uno, la ragione e l’altro, le ragioni dei sensi, si interrogano, ognuno a suo modo, sulla contrapposizione tra Vita e Forma, consapevolezza o piacere. Si inseguono immobili: il Filosofo osserva, ancora una volta, come l’infinità dell’essere si delimiti in forme sensibili pur di con-sistere e l’Uomo grasso si da pena per una vita non integralmente vissuta tra le cose, effimere ma tangibili, come il canto di un usignolo a maggio. I fantasmi aspettano, uno l’arrivo della moglie, l’altro di esercitare ancora la vanità del pensiero. La moglie, tradita traditrice, irrompe, accoltellata. Dalle viscere sgorga una risata troppo tragicamente consapevole e per questo inudibile. Alla fiera delle vacue vanità si aggiungono e contrappongono altre forme: un bambino con un unico desiderio e una famiglia di contadini composta da padre, madre, figlia e un asinello. La bambina, spettatrice come noi di un enigma insoluto, ci confessa di essere spaventata. Un mistero è un nodo inestricabile, fa paura ma è anche una tensione verso l’Oltre che si fa carne e scena. Il mistero scatena un movimento centripeto e zampilla dai silenzi, dalla persistente fame di vita di tutti i personaggi, da simboli apparentemente innocui che attraversano il palco dell’esistenza; una melagrana, un bastone, un asino, le ombre che ci fissano desiderose di narrarsi. L’ostinatezza della ragione interferisce con l’ascolto, innalzando un muro, grezzo e bianco, di fronte a ciò che vorremmo ardentemente sapere. Cosa è reale e cosa è un’illusione? Con quali strumenti sondare la notte di ciò che ancora non sappiamo? In tempi crepuscolari, quando la vista è annebbiata e satura di un carnevale di forme, bisogna affinare l’udito, ricominciare dal silenzio e dal sentire, tornare al sacco vuoto infinitamente pieno della nostra immaginazione e nutrirla.
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    43 m
  • Il paese dei ciechi
    Apr 8 2021
    IL PAESE DEI CIECHI
    di Herbert George Wells
    adattamento e regia Chiara Callegari
    voci Francesco Pennacchia, Paola Tintinelli, Savino Paparella, Ilaria Marchianò
    musiche Salvatore Seminatore, Paola Tintinelli, Francesco Pennacchia e Ilaria Marchianò

    una produzione del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio
    a cura del Gruppo di Lavoro Artistico del Teatro Metastasio
    registrazione Domina s.a.s./Andrea Benassai
    postproduzione Chiara Callegari, Andrea Benassai
    dal progetto L’arte invisibile. Radiodrammi, melo-radio e gallerie di varia umanità
    a cura di Rodolfo Sacchettini
    in collaborazione con Rete Toscana Classica

    Nel 1904 H. G. Wells pubblica nella rivista «The Strand Magazine» il racconto The Country of the Blind, considerato un capolavoro del genere fantascientifico. Trecento miglia dal Chimborazo, tra le più selvagge solitudini delle Ande ecuadoriane, giace, separata dal mondo, una misteriosa vallata montana, il Paese dei Ciechi. In questa conca di sorgenti copiose e pascoli verdi, la popolazione viveva felice, o almeno visse felice fino all’arrivo di uno strano morbo. Nessun talismano, nessun antidoto riuscì a guarirli e così in quella valle isolata e dimenticata il morbo continuò il suo corso. I vecchi diventavano quasi ciechi e brancolavano, i giovani vedevano appena, confusamente e i neonati non vedevano affatto. Generazione seguì generazione e il senso della vista era scemato così gradualmente che quasi non ne avvertirono la perdita, adeguandosi senza troppe difficoltà alla nuova condizione. Quindici generazioni erano trascorse da allora quando accadde che un uomo giunse nella comunità dal mondo esterno. E questa è la storia di quell’uomo.
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    44 m

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