• Potsdam, un dialogo tra corone

  • Jun 25 2024
  • Duración: Menos de 1 minuto
  • Podcast

Potsdam, un dialogo tra corone  Por  arte de portada

Potsdam, un dialogo tra corone

  • Resumen

  • Un dialogo tra corone, cent’anni e più di parole immaginate, curve impossibili, ritocchi negati, virtù condivise. Da un lato il creatore, onirico nelle sue visioni, il re Grande, Federico II, dall’altra colui che leggeva i sogni e ne valorizzava il contenuto, il re Romantico, Federico Guglielmo IV; e in mezzo io, Potsdam, testimone della loro dinastia, culla d’una bellezza importata da una terra fatta di grandi artisti e saluti calorosi, vigneti utopistici e catene di sorrisi. Proprio con i vigneti comincia questo dialogo, con i quesiti di Federico il Grande, che si chiedeva come realizzare il suo sogno italiano, lui a cui era stata negata la possibilità di visitare quel paese dal padre, ma che ne conosceva angoli e ombre, volti e marmi. Lui stesso progettò le terrazze dedicate alla viticoltura, dove sedeva l’estate in compagnia dei suoi cani, rifugio e riparo nei momenti difficili. Da quella necessità nacque l’idea di Sanssouci, castello e omonimo parco il cui nome, dal francese “senza preoccupazioni”, dettava il leitmotiv voluto dal monarca. Intervista Dott.ssa Franziska Windt: "A Sanssouci Federico sperava in una vita spensierata, in cima alla sua vigna e il suo giardino dove potersi dedicare il più possibile alla letteratura, la filosofia, alla scrittura e alla musica. Il re era un appassionato scrittore, compose poesie, scrisse anche la storia della propria casata, gli Hohenzollern, e mantenne una vasta corrispondenza. Il re era anche molto musicale, suonava ogni giorno il flauto, con una piccola orchestra, solo per il suo piacere e componeva." Pensato come casa del piacere, questo capolavoro del rococò tedesco, completato nel 1747 dal barone e architetto Georg Wenzeslaus von Knobelsdorff, secondo lo stesso Federico II sarebbe dovuto durare tanto quanto la sua vita: fosse crollato col suo ultimo respiro, ne sarebbe stato contento; uno stile, il suo, più sobrio, delicato, elegante, con un vivace linguaggio naturalistico. E qui entra poi, cent’anni dopo, la risposta di Federico Guglielmo IV il Romantico, che fece ampliare gli spazi tra il Palazzo di Sanssouci e il Palazzo Nuovo, intrecciando così il giardino del piacere dell’antenato al parco paesaggistico ideato da Lenné, architetto prussiano tra i più noti, che si trasferì da me, Potsdam, per dare corpo alle visioni del sovrano: un giardino ovale che richiama i modelli italiani del XVI secolo, una cupola con lunetta aperta al centro, che segue il Sant’Andrea al Quirinale di Bernini, ma che in realtà omaggia il Pantheon, il motivo preferito del re nell’architettura antica. Intervista Dott.ssa Franziska Windt: "Nel 19 secolo Federico Guglielmo IV con il suo amore per la cultura italiana seguì le orme del suo antenato ammirato Federico II, anche lui all’inizio si è fatto un’idea dell’Italia attraverso la letteratura e le incisioni. In giovane età lui ha anche cominciato a realizzare disegni di paesaggi fantastici all’italiana e architetture. L’Italia è sempre stata un paese dei suoi sogni." Ma questo era solo l’inizio del progetto, con l’idea che il capolavoro dovesse prendere forma con la Via Triumphalis: una grandiosa strada basata sul modello romano che, lungo il crinale, avrebbe portato da Winzerberg, a est, fino al Belvedere di Federico il Grande, sul Klausberg. Un’idea che non si completò, sfortunatamente, ma dove, nonostante questo, gli sforzi di Lenné e di Federico IV non furono vani: di quel progetto vennero infatti creati tre punti cardini del giardino. Il primo, il Giardino Siciliano, il suo muro della terrazza, le sculture che ricordano la Fontana del Nettuno al Palazzo Barberini di Castel Gandolfo e le piante a rappresentare il clima mediterraneo del sud Italia; il suo corrispettivo e opposto, poi, il Giardino Nordico, dall’altro lato della Via dei Gelsi, con piante sempreverdi e la fresca grotta rocciosa. Infine, riferimento architettonico del giardino, il Palazzo dell’Aranciera, ultimo edificio costruito, con le sue sale delle piante e il palazzo centrale, le sculture, le fontane, i portici e i saloni decorati da copie del Raffaello. “La corona è soltanto un cappello che lascia passare la pioggia”, diceva il filosofo di Sanssouci, Federico il Grande, e io, Potsdam, ho avuto la fortuna di vedere questa ideologia trasmessa alla generazioni successive, raccolta dal nipote Federico Guglielmo IV ed evoluta, tra vigneti e sculture, serre mediterranee e opere d’arte, una semplicità figlia di studi e visioni che mi ha mostrato le vite di altri luoghi, altri occhi, sogni. Intervista a Dott.ssa Franziska Windt, esperta di dipinti della scuola romantica. Potsdam e Sanssouci si trovano all'interno dell'ITINERARIO ATTIVO presente sul sito ufficiale dell'Ente turistico tedesco. Consultalo per idee di viaggio alla scoperta dei siti UNESCO della Germania.
    Más Menos
activate_primeday_promo_in_buybox_DT

Lo que los oyentes dicen sobre Potsdam, un dialogo tra corone

Calificaciones medias de los clientes

Reseñas - Selecciona las pestañas a continuación para cambiar el origen de las reseñas.