• Ruhr - Arte del vento e oro nero

  • Jun 25 2024
  • Duración: Menos de 1 minuto
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Ruhr - Arte del vento e oro nero  Por  arte de portada

Ruhr - Arte del vento e oro nero

  • Resumen

  • Ho visto cambiare i volti, distendersi, alzare il mento al cielo e respirare a occhi chiusi. Ho sentito come le persone parlavano dei miei abitanti, mormoravano. Hai visto quelli della Ruhr, ora? non più sottovoce, di schiena, ma avvicinandosi, cercandomi. Ho visto il cambiamento, le guance liberate dal carbone e le mani sciacquate dalla salamoia. Un tempo inferno di carbone e acciaio, oggi oasi del verde. La mia storia, quella della zona della Ruhr, comincia con un pastore, dei maiali troppo vivaci e un fuoco che cadde su quella pietra nera esposta, celata per migliaia di anni tra le erbacce calpestate, lì dove secoli prima si muovevano i Celti Raurici. Oro nero e oro bianco, carbone e sale, lacrime e sudore. Dal Medioevo cominciarono a scavare la mia terra, sempre più in profondità, meticolosi. Uno scavo veniva sommerso d’acqua e si passava a crearne un altro. La febbre del carbone. Poi c’erano le sorgenti di salamoia, tante, ovunque. Si raccoglieva l’acqua, si lasciava ad essiccare, e ciò che rimaneva dopo l’evaporazione era più prezioso di un raccolto, più lucente dell’argento. In quelle zone rimane, ancora oggi, l’arte del vento, sistema, allora pioneristico, per accelerare questo processo. Ci furono poi i grandi nomi. Improvvisamente, mi sentii al centro del mondo. Prima lo stato Prussiano, grazie al quale vidi la prima macchina a vapore, poi ci fu la dinastia dei Krupp e i Tissen, con loro le grandi macchine, i gasometri alti centinaia di metri e le cattedrali di ferro. Utopie dell’industrializzazione. “Me ne vado nella Ruhr”, annunciavano persone da tutta la Germania. Chiudevano la valigia, baciavano i cari e arrivavano da me, chi a piedi, chi in treno, altri addirittura a cavallo. Una corsa all’oro nero. Poi, io non so spiegarlo fino in fondo, ma sono successe tante cose, il clima è cambiato, qualche altro contadino ha scoperto la pietra nera in luoghi oltre l’oceano, le persone non sorridevano più. E pian piano presero ad andarsene. Le macchine smisero di ronzare, il carbone rimaneva sepolto tra le erbacce e il sale non brillava più come prima. Mi stavo trasformando in un non luogo, privo di quell’identità che per così tanto tempo avevo sentito mia. A consolarmi, la domenica, c’erano i prati verdi, ventidue giocatori e un pallone. Uno sport, il calcio, vissuto da queste parti come una religione. Vedevo correre Helmut Rahn, con quei capelli sempre in ordine, poi c’era Ernst Kuzurra, lo sguardo in apparenza triste ma che brillava ad ogni gol segnato, e poi Hans Tilkowski, il ragazzo dallo sguardo gentile. Li devo ringraziare tutti per avermi sostenuto e tenuto viva la passione, un attaccamento alla mia terra, senza la quale, forse, ci sarebbe stata una fine. Un ponte, quello da loro sorretto, che portò a una metamorfosi, nacque un’idea. Quella di trasformami, io, la Ruhr, famoso cuore d’acciaio, in un polmone verde, una zona di rinascita; declinare la polvere di carbone in polline, le ferrovie in linee guida, le cattedrali di ferro in tele colorate. Non fu semplice, ma funzionò. Le industrie divennero quartieri creativi, centri culturali, il gasometro un’oasi di stelle e storia, i grandi impianti diedero vita a montagne russe uniche al mondo. Miniere, fabbriche e centrali elettriche cambiarono abito, diventando musei, teatri, cinema. Persino la vecchia salina di Königsborn venne convertita in una sorgente curativa. Ora li vedo, quei volti puliti, visi che non conosco, muoversi lungo la strada del patrimonio industriale lunga 400 chilometri, verde e sorprendente, e qualcuno, di solito a capo del gruppo, parla di me, racconta la storia mineraria della Ruhr, non più sottovoce, le mani si muovono leggere, le dita indicano e spingono verso luoghi unici, i menti su al cielo, sotto un sole che riempie il petto. La Ruhr si trova all'interno dell'ITINERARIO CULTURALE INDUSTRIALE presente sul sito ufficiale dell'ente turistico tedesco. Consultalo per idee di viaggio alla scoperta dei siti UNESCO della Germania.
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