"Si era nutrita avidamente di tutti quei momenti di libertà, delle cose più piccole e stupide, delle risate scatenate per le ragioni più frivole.

Sentiva che non li avrebbe avuti per sempre, anche se non sapeva spiegarsi il perché.

Non avrebbe mai creduto di poter mettere i piedi in un’altra dimensione, prima di Rèstìa.

Stava accadendo sul serio?

Le pareva pazzesco.

Per Rudy non pareva bastare mai niente, a ogni modo.

Non doveva avere paura.

Poteva fare più di così, lo sapeva.

Di più, di più, di più.

Voleva solo un po’ di tregua, da tutta quella roba astrusa e fantascientifica.

Essere lasciata in pace e fuori dal cerchio delle aspettative di tutti per cinque, dannati, fottutissimi minuti.

Nicolas le mancava come l’aria.

Si abbandonò contro la rete, premendoci sopra la fronte, e lasciò che il pianto le scivolasse finalmente fuori dalle labbra in un impeto liberatorio che non lasciava mai ascoltare a nessuno.

Non quel tipo di pianto, no.

Nemmeno a Nazar.

La risposta di Markus venne sovrastata da un boato improvviso che sopraggiunse alle loro orecchie, facendoli trasalire.

Il reticolato era stato fuso come un’insignificante pannello di cartone, i bordi bruciacchiati dell’enorme foro scintillarono.

La torma caliginosa, che aveva attraversato la rete metallica schiantandosi all’interno della fabbrica, si lanciò nel cielo nero prendendo velocità e tornò indietro, fustigando l’aria con il fracasso di quei versi spacca cervello che l’Arith conosceva ormai molto bene."

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Gianluca Ricotta ("Solo un sentore") in Markus

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"“Chi ti ha ridotto così?”

Faticosamente, Nazar voltò il capo e mise a fuoco Ascar, che gli torreggiava alle spalle con le mani ancora strette a pugno abbandonate lungo i fianchi. Ne incontrò il fulgido sguardo chiarissimo, e l’espressione severa che ci lesse all’interno lo portò immediatamente a blindare la propria memoria.

"Non siamo in una situazione in cui dovremmo avere dei segreti tra di noi. Non con l’oscurità che ci minaccia a tal punto. Perciò, parla, in nome dei tuoi avi. Chi ti ha ridotto così? Da chi sei stato? Dimmelo.”

“Kairos.” Cedette infine il Crusian.

Gli occhi blu della ragazza lo studiarono, con quell’espressione seria che aveva incominciato a cancellarne parzialmente l’aria da adolescente, iniziando a farla sembrare un’adulta.

“Scherzi? Ti sei fatto pestare da un bestione divino?”

Al Crus sfuggì un sorriso. “Qualcosa del genere.”

Lei scosse il capo. “Tu sei proprio fuori, Nazar.”

Lui scoppiò a ridere di cuore, facendo lievemente guizzare le orecchie del cane lupo, accucciato sulle sue scarpe eleganti.

“Vorrei tanto aiutare Markus.” Esternò poi Anvil, con voce incerta.

“Per ciò che mi riguarda, considerando la tua natura inesplorata e le tue energie appena risvegliate ed ancora fresche, tutto è possibile, Anvil.” disse Ascar.

Nazar si passò una mano sul volto, sospirando.

Ogni cosa stava cambiando, ed in fretta… molto più di quanto il Crusian fosse abituato.

Dopo la galaverna si era convinto di poter essere preparato ad ogni cosa, ma a quanto pare non era affatto così.

Il cane uggiolò appena percependo quel turbamento, ancora poggiato sopra alle sue scarpe.

Il vetro incominciò a rumoreggiare, adagio, picchiettato dalla pioggia."

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Massimo The Musician in Jorge e nella creazione delle colonne sonore

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"Amber le sorrise con una dolcezza disarmante, la sua energia la avvolse con gentilezza come solo quella di Nazar era sempre riuscita a fare, mescolandosi al calore della mano di Mark ancora sulla sua schiena.

“Proteggere chi si ama non significa essere mostri, Anvil.” disse Amber, sfiorandole una guancia. “Il tuo potere è un dono. Non scambiarlo per una condanna, mai, neanche quando ti sembrerà di perdere la ragione. Vedrai, saprai farne la tua forza. Per te e per chi ti sta a cuore.” La donna le strinse una spalla. “Comprendo bene cosa provi.”

Kairos sollevò il muso dalle zampe, agitando appena la coda.

Il pulviscolo tremò e le scaglie fulve della Bestia si screziarono dello stesso azzurro che gli animava gli occhi, brillando prepotentemente.

“Rudy è quasi morto… per la seconda volta.”

La frase uscì dalla gola di Nazar in un tono lugubre, basso e infuriato.

La sua espressione scolpita e minacciosa avrebbe spaventato chiunque altro, al di fuori di Kairos.

“Come vedi un Crusian può affinare astuzie inaspettate, ed annesse ad un poderoso potere, è in grado di raggirare anche una Bestia Divina. Ti prego di riflettere, Sacro Kairos. Banjouk trama ancora qualcosa, e lo fa davanti ai tuoi occhi. Perché ti rifiuti di vedere?!”

“Silenzio!”

La voce del drago fustigò l’atmosfera e giunse così potente all’uomo da ferirlo, facendolo strillare di dolore.

Le orecchie presero a sanguinargli.

Con un ultimo, esasperato gesto, Kairos colpì il Crusian con un colpo di coda infrangendone lo scudo.

Il suo corpo rotolò via perdendo sangue, venendo risucchiato dal portale."

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Ivana Pozzuto (Ivy fandub) in Amber

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Diego Giuliani in Kairos

"Nazar fu quasi atterrito dalla potenza del rituale Crusian completo di Estrema Guarigione.

Solo i capelli erano rimasti bianchi sul capo di Ascar, e se ne chiese il motivo. Sospettò fosse legato alla sua essenza di Trasmutante che lo aveva abbandonato durante lo scontro con Sirio, anche se per pochi momenti.

Probabilmente non si poteva aggiustare proprio tutto, alla fine.

Nazar sfiorò una guancia di Rudy, assottigliando le palpebre.

“Mi hai fatto spaventare sul serio, questa volta.”

Rudy sollevò lo sguardo slavato verso il Crusian, riuscendo ad ammutolirlo.

Non c’erano soltanto sdegno, collera e turbamento, anche urgenza ed agitazione… ma sopratutto, inquietudine.

E se c’era una cosa che l’uomo sapeva per certo, è che niente era mai riuscito ad inquietare Rudy nel corso dei secoli.

Ascar ricadde sul cuscino, emettendo un verso sfiatato.

“Dimmi cosa c’è, avanti” lo incitò, sentendo i nervi fremere.

“Dobbiamo fare qualcosa, Nazar.” Ascar deglutì faticosamente nella gola arsa. Davanti a quel tono ed a quell’espressione tombale, il Crusian cercò le mani del ragazzo e le strinse saldamente tra le sue. “Sacro Likimas, che la sua luce ci guidi. Non riesco neanche a descriverti dove diavolo sono stato.”

Nicolas aveva continuato a tenere le mani intrecciate, tanto strette da far sbiancare le nocche.

Le luminescenze che li avevano scovati in corridoio parevano averli seguiti fino a lì ed in quel momento fluttuavano tra loro, spostandosi appena sulla scia dei loro respiri.

Il Crusian aveva piegato le labbra, dispiaciuto per quel cruccio.

“Se succederà qualcosa di brutto…” aveva scandito il ragazzo, stringendo i pugni che teneva abbandonati lungo i fianchi “… e se io potrò aiutarla, tu dovrai lasciarmelo fare. Anzi, dovrai agevolarmi, se servirà... non importa come, ma io voglio intervenire.”

“Tu rischieresti…”

“Non me ne frega un cazzo” si era subito frapposto Nick “di cosa rischierei. Mi hai sentito, prima. Io la amo. Tutto il resto non importa.”

Il Crusian aveva richiuso la bocca.

“Promettimelo, Nazar.”

L’uomo aveva sospirato profondamente, socchiudendo gli occhi.

Già, facevano sempre così, le anime impavide.

Non c’era modo di controllarle.

Pensando a quello, non aveva potuto respingere il volto di Rudy dalla mente.

Il Crusian aveva chiuso gli occhi e si era toccato le palpebre con due dita della mano destra. Poi li aveva riaperti ed aveva sfiorato con quelle stesse dita la fronte del ragazzo.

“Lo prometto sui miei occhi, Nicolas Comastri.”"

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"La sua essenza trasudava un vigore quasi insopportabile.

Le parve che il corpo potesse prenderle fuoco davvero.

Sbirciò di nuovo Nazar, scoprendo che stava lacrimando.

Il fatto la colpì tanto da stringerle il cuore.

Non lo aveva mai visto piangere.

Il Crusian se ne stava ancora accosciato accanto ad Ascar, fissandolo col volto infossato e stringendogli spasmodicamente una mano.

Era un tormento dover percepire quanto l’uomo stava provando, per lei.

Era... un amore tanto sconfinato ed un dolore tanto acuto che per un secondo se ne sentì schiacciata… e ne fu quasi gelosa.

Quasi.

Il Crusian continuò a stringere i pugni ed abbassò il capo verso Rudy.

“Farò qualsiasi cosa.” Sussurrò infine.

“Luce e Pace a ognuno.”

Amber sollevò di nuovo il capo per guardare l’occhio dorato che si era appena rivolto a loro.

“Pace e Luce a te, Roboante.” Rispose Amber, deferente.

“Cosa voi servite, Regina di tutti?”

“La Luce, solo e sempre.”

L’occhio sulla fronte di Anvil parve soddisfatto e si richiuse. Ogni luminescenza attorno a lei scomparve in un attimo ed il suo corpo precipitò pesantemente verso il basso, facendo sussultare Nazar.

Il Crus si strappò alla paralisi, in un gesto fulmineo adagiò Rudy in terra e si lanciò verso la ragazza. L’afferrò in volata, e se la strinse addosso con un trasporto che Amber gli aveva visto manifestare poche volte. La donna si rimise in piedi. Sorrise di nuovo, guardandolo mentre la stringeva a sé sussurrandole parole rassicuranti, intanto che l’Arith riapriva lentamente gli occhi blu."

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Ivana Pozzuto (Ivy fandub) in Amber

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"Già, ecco perché lui non esprimeva mai desideri, si disse il ragazzo.

Era raro che avesse monetine.

Da sprecare, in special modo.

Rudy si fermò e sbirciò dietro sé, scovando nella gola del vicolo ancora quei capelli biondi e crespi che traballavano nel buio, la chioma di Ramona.

Sentì di avere la bottiglia nella mano destra, ora.

Prese un sorso e lasciò che il whisky gli defluisse in gola, freddo e dolce, ascoltandolo rumoreggiare nel fiaschetto e perdendo lo sguardo grigio nella miriadi di stelle luccicanti.

Solo.

In pace.

Gli era mancato...?

Possibile…?

Le dita che ancora portava in tasca incontrarono un pacchetto di sigarette. Non ebbe bisogno di verificare, sapeva che erano loro, certo che lo erano. Le aveva comprate quella mattina, e già stavano finendo.

Estrasse il pacchetto e ne sfilò una con le labbra.

Fumò.

Il sapore del tabacco gli pizzicò la lingua, soffiò fuori una nuvola di fumo e sospirò.

Sì, dai.

Gli era mancato.

… Ma quelle stelle, si vedevano così bene anche allora…?

“Cielo, mi mandi giù speranze o mi prendi a sassate?”

Scoppiò a ridere e perse la sigaretta dalle labbra, rise così tanto da sentire dolore alla pancia piegandosi in due.

Quando Tristan si palesò al suo fianco con l’espressione più seria del mondo, fuori posto in quel viso da efebo, non lo stupì affatto.

Continuò a ridere con le lacrime agli occhi, e tra quei singulti di ilarità gli toccò la minuscola spalla e formulò:

“Non fa ridere, amico mio? Quella notte, lei mi disse: Non sparire. Non sparire!” Continuò a spanciarsi e perse la presa del whisky, che gli scivolò di mano infrangendosi al suolo in mille note rotte. “Come fa ridere che alla fine, sia stata proprio lei a farmi svanire…”

Riprese gradualmente fiato, mentre il bimbo lo inquadrava con un’aria severa impressa negli occhi scuri, scuotendo il capo.

Il cielo che crollava dipinse strisce chiare sul suo gentile volto di bambino. Rudy sospirò e tornò dritto, intascando le mani.

“Lo so, lo so. Sono scomparso perché mi sono arreso. Non farmi la predica, adesso.”

Alzò lo sguardo verso la notte che crollava, sopra le loro teste.

“Perdiamo l’ultima metro” sussurrò Tristan.

“Va bene, va bene. Prendiamo questa metro.”"

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Kitsune in Tristan

Gianluca Cardinali (de "I ridoppiAttori") in Sirio

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Ivana Pozzuto (Ivy fandub) in Amber

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"In quel momento, fluttuando col corpo parzialmente a brandelli in un ambiente distaccato dalla realtà, Sirio si convinse che finalmente la morte lo avrebbe raggiunto e avrebbe potuto andarsene in pace.

Il tempo pareva diverso, laggiù.

Fermo, immobile eppure rapidissimo, tanto da darti l’impressione di poterti strappar via ogni anno rimasto.

Le striature infuocate e brillanti che lo circondavano serpeggiavano saettando in ogni direzione per poi confluire tutte in alto, finendo ingoiate da quella parvenza di cielo luminosissimo, di tunnel che…

… che conduceva nell’Altrove.

Oh, sì, lo distingueva bene.

Lo bramava.

E l’unica cosa che sapeva per certo è che non avrebbe dovuto trovarsi lì.

Non con il suo corpo fisico, no, era un errore tremendo, irrimediabile.

“Per favore, non voglio più vedere” Sussurrò, inutilmente.

Le sue parole vennero trascinate via dalla fiumana luminosa, mentre i ricordi continuavano, inesorabili.

Quel dolore.

Quel senso di colpa, la rabbia.

La claustrofobia.

La fatica… oh no, non voglio più esistere, non voglio più vivere, mi basta, non posso, sono un mostro.

Mi odio.

Sollevò faticosamente il capo del corpo ormai inerte verso quel cazzo di Paolo ed il suo insopportabile sorriso spavaldo, smettendo di guardare in basso. La furia gli accese lo sguardo e gridò:

“Non oserai!”

Forse Paolo non aveva una voce ed ecco perché non lo udiva ridere, o forse il fracasso del tunnel era troppo.

Ma quando sillabò una parola con le labbra, Sirio la intese bene.

Formulò:

“Tu vivrai.”

Nel foro si palesò una porta, bianca da ferire gli occhi, spiccante nonostante il bagliore. Sirio urlò di rabbia, allungando le mani ossute verso Paolo e risuonando nell’infinito. Poi il suo corpo si fece di pietra e ricadde verso il basso.

La porta lo ingoiò e si richiuse, rimbombando."

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Kitsune in Tristan

"Fissò incredula la miriade di mostri con gli occhi accesi ed abbaglianti avvicinarsi, le ripugnanti zanne melmose gocciolanti di fanghiglia nera.

Le guardò allungare la parvenza di braccia scheletriche verso di loro, dalle quali si aprirono delle inquietanti dita lunghissime ed appuntite.

La sensazione opprimente aumentò e percepì il proprio torace andare in fiamme. I mostri sopraggiunsero.

Nazar si inginocchiò accanto a lei col cuore in tumulto, toccandole la schiena.

Solo quel gesto parve ferirlo: sentì una scintilla inspiegabile azzannargli la mano e fu costretto a ritrarla.

Si rese conto che quel contatto gli aveva parzialmente risucchiato una parte dell’aura, che si riversò dentro Anvil, venendo risucchiata a tutta velocità e sparendo nel fulgore luminoso del suo petto.

Guardò le proprie dita fumare, atterrito.

Guarì in pochi istanti, ma il fatto lo gettò nuovamente nella confusione.

Qual era la natura di quell’energia che stava affiorando?

Anvil non era un’Arith di Ravi.

Era un’Arith proveniente da… un altro luogo.

… Un altro luogo?!

Una rigogliosa schiera di tulipani blu lo circondava, spuntando dalla pozza rinsecchita di icore, fluttuando come scossa dal vento.

Solo in quel momento il Crus vide lo stesso sangue gocciolare dalla cima della lancia che Sirio stringeva ancora in pugno, e si accorse che i tulipani erano sparpagliati in ogni angolo, come se fossero esplosi d’improvviso e si fossero incagliati dove gli era capitato.

L’odore dei fiori e quello della morte si mescolarono tra loro, e si cullarono a vicenda in quella danza inesorabile.

“Rudy… Rudy” balbettò l’uomo.

Lo sollevò con delicatezza e se lo poggiò alla spalla, fissò gli occhi semichiusi del ragazzo su quel volto ingrigito e le labbra schiuse, il mento tracciato da una striscia troppo rossa del sangue che gli aveva imbrattato i vestiti sbrindellati, logori ed anneriti.

I capelli di Ascar erano misteriosamente diventati bianchi, ed avevano perduto ogni lucentezza.

Non usciva un fiato da quella bocca ed il suo cuore non emetteva un suono.

La sua energia era sparita."

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Voci Extra:

Emanuele Bolognari (Lo Zucco) in Giovanni

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