• 25 - Come posso impedire che il tumore ritorni? - Risponde la dott.ssa C. Omarini, Modena
    May 8 2023
    Il modo migliore per impedire il tumore ritorni è quello di seguire le indicazioni terapeutiche fornite dall'oncologo. Valutando infatti lo stadio della malattia alla diagnosi e il tipo di tumore mammario della paziente, l'oncologo propone alla paziente dei trattamenti mirati con lo scopo di ridurre il rischio della recidiva di malattia in futuro. Uno stile di vita sano e una dieta equilibrata possono contribuire ulteriormente a ridurre il rischio di recidiva.
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  • 24 - Cos'è l'immunoterapia e quando si usa nel tumore della mammella? Risponde la dott.ssa A. Rognone, Milano
    Apr 26 2023
    Il nostro organismo possiede fin dalla nascita le capacità di difendersi d ciò che viene percepito come estraneo sia esso un agente infettivo oppure un tessuto che per qualche motivo non è più identico all'originale. Questa capacità di difenderci viene dal nostro sistema immunitario.
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  • 23 - Cos'è una sperimentazione clinica? Risponde la dott.ssa A. Prestifilippo, Catania
    Mar 22 2023
    Con il termine sperimentazione clinica si intende una ricerca scientifica rivolta a pazienti con lo scopo di identificare le risposte specifiche a nuove terapie o procedure oppure nuove modalità di utilizzo di terapie già note. Le sperimentazioni cliniche danno un grandissimo contributo alla conoscenza al progresso della lotta contro il tumore. Vediamo quali sono le regole e le condizioni per partecipare ad una di esse.
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  • 22 - Perché posizionare un accesso vascolare centrale per somministrare i trattamenti chemioterapici? Risponde il dott. A. Doronzo, Foggia
    Mar 2 2023
    Un aspetto molto pratico e a volte trascurato, riguarda la modalità di somministrazione dei trattamenti oncologici endovenosi, i quali prevedono la necessità di posizionare un accesso vascolare centrale (CVC) che la paziente manterrà durante tutto il percorso oncologico attivo che sia questo peri-operatorio, preventivo adiuvante o per malattia avanzata.
    Senza entrare nei dettagli tecnici dei vari presidi che sono a disposizione, si tratta di dispositivi che vengono impiantati generalmente a livello brachiale o toracico e che prevedono l’incannulamento di una vena centrale di grosso calibro.
    Nel momento in cui tale procedura viene proposta alle nostre pazienti, queste rispondono con reticenza comprensibile, perché difatti si tratta di una procedura, anche se in minima parte, invasiva.

    Ma perché tale pratica è necessaria?
    • Sicurezza della paziente in termini di riduzione del rischio di stravaso dei chemioterapici che sarebbe estremamente dannoso per i tessuti coinvolti, ma anche per una maggiore stabilità dell’accesso venoso con un miglior confort della paziente durante la somministrazione della terapia.
    • Altro vantaggio importante della somministrazione attraverso CVC è quello di preservare il patrimonio venoso periferico evitando quindi di rovinare le vene periferiche cosa che avverrebbe invece attraverso la somministrazione ciclica dei chemioterapici direttamente in esse.

    Pertanto, la buona pratica clinica prevede che tutti i trattamenti chemioterapici endovenosi siano eseguiti attraverso CVC che verranno rimossi a termine del percorso oncologico.
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  • 21 - Posso convivere con i miei animali domestici durante il trattamento chemioterapico? Risponde la dott.ssa A. Prestifilippo, Catania
    Dec 19 2022
    Una persona che segue un regime di cura come può essere una terapia antitumorale, si trova in una situazione di immunodepressione e quindi più facilmente a rischio di contrarre infezioni zoonotiche ovvero infezioni o malattie che possono essere trasmesse direttamente o indirettamente tra gli animali e l'uomo. Quali le precauzioni da mettere in atto per poter continuare ad accudire il proprio animale domestico?
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  • 20 - Posso andare al mare e prendere il sole durante la terapia oncologica? Risponde il dott. A. Doronzo, Foggia
    Jul 26 2022
    Imporre ai pazienti oncologici di rinunciare ai benefici dell’esposizione, in termini di assorbimento della vitamina D e di miglioramento del tono dell’umore, è un concetto ormai superato. Tuttavia bisogna individuare un equilibrio che tuteli il loro benessere quando essi si sottopongono a una terapia farmacologica oncologica.
    Il rischio principale cui si va incontro prendendo il sole durante la chemioterapia, soprattutto con determinati protocolli, è quello della fotosensibilizzazione. Si tratta di una reazione avversa della cute a seguito di un’esposizione poco corretta ai raggi solari.
    Essa si può manifestare sotto forma di rossori e pruriti, bolle e, in altri casi, anche in macchie della pelle. Gli effetti della fotosensibilizzazione cutanea, inoltre, possono verificarsi sia nelle ore successive sia trascorso qualche giorno dall’esposizione.
    Pertanto le regole fondamentali da seguire per chi è in terapia farmacologica oncologica sono: evitare di esporsi al sole nelle ore centrali della giornata e meglio se distanti 7-10 giorni dalla seduta di chemioterapia; utilizzare prodotti per la pelle ad elevata protezione come una crema solare ed applicarla ogni ora circa; utilizzare indumenti protettivi proteggendo in maniera particolare testa e occhi fare movimento per mantenere la circolazione in moto; l’idratazione, poi, è fondamentale: i farmaci, infatti, tendono a far perdere al paziente molto liquidi e sali minerali, che vanno reintegrati sia attraverso l’alimentazione (acqua, frutta, verdura), che utilizzando creme idratanti e lenitive.
    Infine ricordo che questi accorgimenti valgono per i pazienti che sono ancora in cura e per quelli che hanno terminato i trattamenti da meno di sei mesi.
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  • 19 - Cosa significa "terapia personalizzata"? Risponde la dott.ssa M.V. Dieci, Padova
    Jun 6 2022
    Nell'arco degli ultimi decenni abbiamo assistito, grazie allo sviluppo di tecnologie sempre più raffinate, alla crescita della capacità di caratterizzare in modo sempre più preciso le caratteristiche biologiche e molecolari delle cellule tumorali. La terapia personalizzata si basa su trattamenti mirati contro dei bersagli molecolari che sono presenti nelle cellule tumorali e che sono importanti per la crescita del tumore.
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  • 18 - Inizierò un trattamento sistemico, i miei familiari corrono qualche pericolo? Risponde il dott. A. Orlandi, Roma
    May 20 2022
    In generale la risposta a questo quesito è "assolutamente no". Ci sono però alcune semplici raccomandazioni che in alcuni casi è opportuno seguire a tutela dei propri familiari.
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