• Ucraina e Russia: l'emorragia demografica di un conflitto senza fine
    Sep 18 2024
    Scrive il Wall Street Journal che il numero di ucraini e russi uccisi e feriti avrebbe raggiunto la quota di un milione.
    Ovviamente di dati ufficiali non ce ne sono. Una stima ucraina riservata di inizio anno ipotizzava il numero di soldati ucraini morti a 80.000 e i feriti a 400.000. Le stime dell'intelligence occidentale sulle vittime russe variano, con alcune che ipotizzano il numero di morti a quasi 200.000 e i feriti a circa 400.000.
    L’impatto nei due paesi che già erano alle prese con il declino della popolazione viene definito “devastante”. "La demografia è una priorità per Putin, e lui vuole usare l'Ucraina e la sua gente per consolidare il nucleo slavo della Russia", ha detto al quotidiano Usa Ivan Krastev , politologo di origine bulgara e autore di un libro in uscita sulla demografia europea. "Ma per l'Ucraina, il dilemma è esistenziale: quante persone puoi perdere in una guerra prima di perdere il tuo futuro?"
    Il censimento più recente in Ucraina, nel 2001, ha registrato 48 milioni di abitanti. All'inizio del 2022, prima dell'invasione russa, erano scesi a 40 milioni, comprese regioni come la Crimea che la Russia aveva annesso con il referendum del 2014. Con oltre sei milioni di persone in fuga dall'Ucraina dall'inizio della guerra nel febbraio 2022, secondo le Nazioni Unite, e la Russia che si è impossessata di ulteriori territori, la popolazione totale nel territorio controllato da Kiev è ora scesa tra 25 e 27 milioni.
    Oltre alle morti militari, anche il tasso di natalità dell'Ucraina è crollato al livello più basso mai registrato: nella prima metà di quest'anno, sono morte tre volte più persone di quante ne siano nate, secondo i dati governativi.
    Eccola, la guerra.

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  • Il patto di sabbia: Meloni, Saïed e il cimitero nel deserto
    Sep 17 2024
    Il deserto come discarica umana. Questo il piano del presidente tunisino Kaïs Saïed, l'"alleato affidabile" di Giorgia Meloni nella gestione dei flussi migratori. Ma affidabile per cosa? Per abbandonare esseri umani nel deserto senza acqua né cibo?

    I fatti parlano chiaro: 29 migranti della Sierra Leone, parte di un gruppo di 42, risultano dispersi dopo essere stati abbandonati dalle autorità tunisine al confine con l'Algeria. Tra loro, bambini e donne incinte. Anderson, 24 anni, racconta di 12 giorni nel deserto prima del salvataggio. Il suo crimine? Viaggiare da Sfax a Tunisi per rinnovare lo status di richiedente asilo.

    Questa non è un'eccezione, ma una pratica sistematica. Human Rights Watch denuncia: da un anno i migranti vengono spinti verso i confini desertici, violando palesemente il diritto internazionale. L'OIM stima 15.000 migranti solo nel campo di Sfax, molti dei quali rischiano lo stesso destino.

    Intanto, sei corpi di migranti, incluso un bambino, sono stati recuperati al largo di Monastir. Numeri che si aggiungono a una tragedia in corso, mentre l'Italia stringe accordi con Saïed.

    Intanto il presidente tunisinoi prepara a elezioni farsa, negando l'accreditamento agli osservatori internazionali. Un'ulteriore prova della deriva autoritaria che l'Italia e l'Europa fingono di non vedere.

    La Tunisia è diventata una trappola mortale per i migranti. Gruppi come Rifugiati in Libia lanciano l'allarme: "La situazione sta andando di male in peggio". Le morti aumentano, i diritti vengono calpestati, e il clima repressivo rende persino illegale aiutare i richiedenti asilo.

    Eppure il governo italiano continua a stringere la mano a Saïed, chiudendo entrambi gli occhi. In nome di cosa? Di una "stabilità" che sa di sabbia e sangue.

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  • Il ministro forte con i deboli, debole con la legge
    Sep 16 2024
    C’è una domanda semplice per smontare il ministro Matteo Salvini a proposito del suo imbarazzante video su sfondo nero in cui dichiara di essere colpevole di “avere difeso l’Italia: da chi?
    Da chi ha difeso l’Italia Matteo Salvini tenendo una banda di disperati su una nave. Ci ha difeso da donne e bambini? Da chi ci ha difeso Matteo Salvini colpevole di omissione di soccorso poiché con la nave bloccata al porto l’operazione Sar - di ricerca e soccorso - era ancora attiva? Ci ha difeso dagli scafisti che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva promesso di scovare in tutto l’orbe terraqueo prima di stringere le mani dei governi che sugli scafisti reggono il proprio potere ricattatorio?
    Salvini non è “colpevole di avere difeso l’Italia”. Salvini è politicamente colpevole di essere forte con i deboli e debole con i forti. Salvini è politicamente colpevole di essere parte di un governo che vede lui sotto processo, Delmastro che sarà a processo, Santanchè che sarà a processo, Pozzolo che sarà a processo, Montaruli già condannata, Sangiuliano probabilmente indagato, Toti ai servizi sociali.
    Salvini è politicamente colpevole di alimentare il giogo che ha trasformato Rainews in un triste megafono di governo. Salvini è politicamente colpevole di avere inventato la concimazione dei bassi istinti come metodo elettorale. Salvini è politicamente colpevole di avere trascinato l’Italia in un grottesco processo in cui rivendica di essere al di sopra del diritto internazionale.

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  • La rivoluzione della trasparenza finanziaria nel calcio portoghese
    Sep 13 2024
    Una delle più prestigiose squadre del Portogallo e del calcio europeo ha deciso di intraprendere una strada destabilizzante per tutti gli altri: mettere online tutti i suoi dati economici a partire dai compensi dei suoi dirigenti, le commissioni agli agenti dei calciatori, i dettagli dell’accordo che il club ha preso con i gruppi ultras e le transazioni di ogni singolo pagamento.
    È il culto della trasparenza - diventato un feticcio in politica e nell’imprenditoria - che viene praticato senza remore in una società calcistica che sull’opacità finanziaria aveva costruito per anni il suo successo. Autore della rivoluzione è il nuovo presidente André Villas Boas, ex allenatore vincente della squadra. Il suo predecessore Jorge Nuno Lima Pinto Da Costa è stato uno dei presidenti più vincenti nella storia del calcio ed è stato un antesignano della finanziarizzazione delle società calcistiche legandosi a discutibili fondi d’investimento e ad aziende che pur non avendo nulla a che vedere con il calcio hanno acquisito in tutto o in parte i diritti economici di sportivi professionisti al fine di ricavare profitto da eventuali trasferimenti futuri.
    Con la promessa della trasparenza Villas Boas ha vinto le elezioni presidenziali del club con l’80% dei voti, seppellendo il suo predecessore che si era presentato alla sfida.
    Immaginate cosa potrebbe accadere se il buon esempio dei portoghesi arrivasse qui in Italia dove il calcio è diventato uno dei simboli del degrado economico e etico del Paese. Immaginate cosa accadrebbe se alle società calcistiche, di rilevante peso nella discussione pubblica, venisse chiesto di sottomettersi alla verifica come accade in altri campi. Sarebbe uno splendido autogol.

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  • Quindi in Liguria è Renzi contro Renzi?
    Sep 12 2024
    Matteo Renzi, 25 maggio 2022: “Orgoglioso di sostenere Marco Bucci che è un ottimo Sindaco di Genova e che continuerà ad esserlo anche con il sostegno di Italia Viva. Grazie a Lella Paita per il suo lavoro”. Quello stesso giorno, intervistato da il Secolo XIX, su Bucci dice Renzi: “Ci ha convinti lui, la sua serietà, il suo stile di governo. È un sindaco civico formidabile soprattutto nella sua credibilità sulle infrastrutture come abbiamo visto per il Ponte Morandi”.
    Mercoledì 25 maggio 2022: “Bucci si è rimboccato le maniche, - prosegue Renzi - ha rimesso a posto la speranza di una città, ha delle idee che noi apprezziamo, rispetto allo sguardo cinico del M5s, preferiamo quello civico di Marco Bucci”. Poi, il 26 novembre 2022: “Bucci? E’ bravo, non vogliamo minimamente farlo cadere. W Bucci, che possa governare bene”.
    Il giornalista Mario Lavia (sempre oltremodo amichevole con Renzi) su Linkiesta (sempre oltremodo amichevole con Renzi) il 21 aprile del 2022 scriveva un sentitissimo articolo per spiegarci che l’appoggio del leader di Italia Viva a Bucci “è uno strappo politico e simbolico, ma viene consumato in nome della coerenza (prima i programmi, poi le bandiere) e del fatto che, in realtà, il sindaco non ha niente a che vedere con le istanze di Lega e Fratelli d’Italia”. “È da chiedersi infatti - scriveva Lavia - cosa c’entri un amministratore serio come Marco Bucci con i sovranisti che si sono sempre mostrati più che inadeguati a governare le città, o anche solo a candidarsi per diventare sindaci”.
    Ora Marco Bucci è il candidato del centrodestra per le regionali in cui Renzi vorrebbe invece abbracciare il Pd e il M5S. Non è tutto bellissimo?

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  • Meloni: la regina della sicurezza che teme i suoi guardiani
    Sep 11 2024
    La giornata inizia con un'anticipazione de La Stampa: Giorgia Meloni avrebbe ordinato la rimozione degli agenti di polizia dal piano del suo ufficio a Palazzo Chigi. Un fatto senza precedenti nella storia della Repubblica.

    Secondo le fonti del quotidiano, la premier avrebbe comunicato la decisione al cerimoniale e all'ispettorato, senza fornire spiegazioni ufficiali. La richiesta includerebbe anche un maggiore filtro sui commessi più vicini al suo ufficio.

    Le motivazioni sarebbero molteplici: un clima intossicato da scandali, ombre e sospetti; la preoccupazione personale della premier, già espressa in passato; il caso del ministro della Cultura Sangiuliano.

    La Stampa riporta che Meloni si fiderebbe ormai solo della propria scorta, guidata da Giuseppe Napoli, marito della sua segretaria storica Patrizia Scurti. Del resto i nemici immaginari e le "opache manovre" sono una costante nella narrazione meloniana.

    La notizia fa il giro dei media, suscitando reazioni e commenti. Poi, il colpo di scena: Palazzo Chigi emette un comunicato che smentisce categoricamente l'articolo: "È priva di fondamento la notizia secondo la quale sono state date nuove disposizioni alle forze di polizia presenti a Palazzo Chigi nei confronti delle quali il presidente del Consiglio da sempre ripone piena e totale fiducia".

    La vicenda sembra chiudersi qui ma c'è un ulteriore sviluppo: viene diffusa una nuova nota che smentisce la precedente smentita, riportando lo stesso testo del primo comunicato. I poliziotti smentiscono Palazzo Chigi. La presidente regina della retorica sulle forze dell’ordine non si fida. Resta da vedere come potrebbero fidarsi di lei i cittadini.

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  • Nel suo partito personale Renzi perde anche l'ombra
    Sep 10 2024
    Luigi Marattin ha finalmente deciso di abbandonare il Titanic di Italia Viva, portando con sé un centinaio di dirigenti territoriali. Una vera e propria Waterloo per il partito personale di Matteo Renzi, che si vede abbandonato persino da chi, fino a ieri, ne cantava le lodi.

    Il motivo? Una svolta a sinistra troppo repentina, imposta dal capitano senza consultare l'equipaggio. "Non condividiamo la decisione di entrare nel campo largo", tuona Marattin, come se fino a ieri non avesse notato la rotta zigzagante del suo ex leader. E aggiunge, con una punta di amarezza: "Una scelta del genere avrebbe dovuto essere presa in un Congresso". Ah, la democrazia interna, concetto sempre alieno in casa Renzi, dove la base e i dirigenti servono solo per amplificare gli applausi.

    Ma il bello viene dopo. Marattin annuncia la nascita di "Orizzonti liberali", l'ennesima associazione-non-partito-ma-forse-sì che dovrebbe salvare l'Italia. Perché si sa, nel circo della politica italiana, non c'è nulla di più liberale che cambiare casacca ogni due per tre.

    E Renzi? L'eterno Houdini della politica italiana si ritrova ancora una volta a fare i conti con la sua più grande illusione: la lealtà dei suoi seguaci. Mentre gli altri abbandonano la nave lui si affanna a raccattare briciole di consenso alla festa dell'Unità - passando in tre mesi dal "il PD è finito" al "non massacrate Schlein" con la disinvoltura di un contorsionista.

    Eppure, nonostante tutto, il nostro eroe non si arrende. Come un giocoliere che ha perso tutte le palline continua imperterrito il suo show, convinto che prima o poi qualcuno tornerà ad applaudire. Ma la verità, caro Matteo, è che il pubblico se n'è andato da un pezzo. Manca solo il sipario.

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  • Cultura cercasi: l'imbarazzante caccia al tesoro del centrodestra italiano
    Sep 9 2024
    Per sostituire il neo ministro alla Cultura Alessandro Giuli che ha sostituito il dimissionario ex ministro Gennaro Sangiuliano al Maxxi di Roma, una della massimi istituzioni culturali della Capitale, è automaticamente scattata la consigliera più anziana. Solo che Raffaella Docimo, 65 anni, dal 2023 membro del Consiglio di amministrazione su indicazione proprio di Sangiuliano è professoressa ordinaria di Odontoiatria pediatrica a Tor Vergata che scrive nel suo curriculum di essere specializzata in “igiene dentale, prevenzione odontoiatrica sul territorio, problematiche odontoiatriche clinico-terapeutiche in età evolutiva” mentre l’istituzione che presiede si occupa di architettura, il design e fotografia.
    Raffaella Docimo tra le altre cose è molto amica di Sangiuliano (sarebbe stata lei a presentare il ministro a Maria Rosa Boccia), si dice sia amica della sorella d’Italia Arianna Meloni ed era candidata per Fratelli d’Italia alle scorse elezioni europee. Così a Palazzo Chigi hanno pensato che in effetti è troppo perfino per il governo più familistico d’Italia e così a breve verrà rimpiazzata dalla giornalista Emanuela Bruni.
    Tutto a posto, sembrerebbe, se non fosse per un paio di considerazioni inevitabili. L’odontoiatra stona comunque anche nel consiglio di amministrazione, a pensarci bene. In più appare evidente che la classe dirigente che secondo Meloni dovrebbe imporre una nuova egemonia culturale ha un serio problema nelle prime linee ma ancor di più nelle seconde.

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