Libri per crescere

By: Annalisa Piliego
  • Summary

  • Libri Per Crescere è un podcast che, attraverso i libri per l’infanzia, cerca di parlare a tutti i genitori e a chiunque si occupi di un bambino, dando spunti di riflessione che ci aiutino a guardarci dentro e a riconoscere le abitudini, i pensieri e le dinamiche di vita che spesso ci tolgono serenità e obiettività. Aumentare la consapevolezza ci consente di assumere e/o modificare alcuni comportamenti che ci caratterizzano e, di conseguenza, di diventare un buon modello per i nostri bambini, facendoli crescere più sereni e sicuri.
    Annalisa Piliego
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Episodes
  • EPISODIO 42. I BENEFICI DELLA LETTURA
    Jun 17 2024

    Indipendentemente che si leggano romanzi o saggi, quando si legge per il piacere di leggere, i benefici che se ne traggono sono numerosi, a partire da quello psicologico, visto che la lettura aiuta a rilassare la mente e il corpo. Leggendo si allentano le tensioni muscolari, rallenta il ritmo cardiaco, si abbassano notevolmente i livelli di stress, quindi migliora l’umore e si facilitano il riposo e il sonno. Inoltre secondo varie ricerche scientifiche la lettura porta a rallentare il normale processo di invecchiamento cognitivo, perché leggere implica utilizzare, e quindi allenare, la memoria, l’attenzione e la concentrazione, abilità logiche inferenziali e di collegamento tra informazioni, aumenta il bagaglio di conoscenze personali e stimola la riflessione e la comprensione di situazioni, fatti e persone. Questo implica un miglioramento nella relazione con gli altri perché sviluppa l’empatia. Un altro vantaggio ancora è quello linguistico: la lettura non solo allarga il ventaglio lessicale permettendo di imparare nuovi vocaboli, ma aiuta anche a migliorare le competenze grammaticali, ad assimilare strutture sintattiche che siamo poco abituati a sentire e ad usare, porta a utilizzare il linguaggio in modo più fluido e flessibile, permettendoci di esprimere i nostri pensieri e le nostre emozioni in modo più chiaro e più preciso e di riconoscere ed esprimere quelle sfumature di significato che fanno assumere al messaggio un significato diverso. Per quanto riguarda i bambini, i benefici sono addirittura maggiori e influenzano le loro intere vite. L’amore per la lettura inizia dal momento in cui il bambino sente la mamma che gli parla mentre lo tiene in braccio, accoccolati insieme, stimolando la sua percezione uditiva grazie alla sua voce, la percezione tattile grazie al contatto dei corpi, la percezione visiva grazie allo sguardo condiviso e all’osservazione del libro… Diventa un momento magico in cui il bambino si abbandona alla madre sentendosi sicuro. È un momento di condivisione speciale in cui si crea un’intimità che fa sentire il piccolo sostenuto, accolto e amato, quindi in grado di esplorare il mondo, sia quello esterno, sia il suo mondo interiore fatto di emozioni e pensieri che ancora non sa riconoscere, verbalizzare ed esprimere. È un momento in cui il legame tra i due si rafforza e il tempo condiviso diventa prezioso per entrambi…

    Se hai curiosità, dubbi o domande non esitare a contattarmi scrivendomi una mail a annalisa@logopedistamestre.it

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    17 mins
  • EPISODIO 41. GIUDICARE
    Jun 3 2024

    Di per sé il termine “giudicare” non ha un’accezione negativa. Non è necessariamente sinonimo di "criticare", come spesso si pensa. In effetti è praticamente impossibile non giudicare: siamo biologicamente predisposti per farlo, abbiamo delle aree del cervello deputate a questo, e lo facciamo fin da piccoli. Giudicare ci serve per sopravvivere. Prova ne sia il fatto che la maggior parte dei giudizi che diamo sono inconsapevoli e immediati: ogni giorno ognuno di noi compie infinite scelte per muoversi nell’ambiente in cui vive e per rapportarsi con il mondo esterno. Queste scelte derivano necessariamente dal giudizio che diamo alla situazione che stiamo vivendo, cioè da una valutazione che ci consente di categorizzare gli elementi che la contraddistinguono e quindi di prendere decisioni rapide e più efficienti possibile.

    La tendenza a giudicare una persona o una situazione assume una connotazione negativa quando non si tratta più di discernimento e categorizzazione, ma di valore negativo che attribuiamo loro sulla base delle nostre aspettative e delle nostre opinioni rispetto a come dovrebbero essere. Il giudizio negativo scatta quando non riusciamo a considerare che quella situazione, quella parola, quell'azione che non ci è piaciuta va presa per quello che è e non per quello che suscita dentro di noi: quando una persona fa o dice una cosa che non ci piace, tendiamo a giudicare l’intera persona invece che quel singolo comportamento o quella singola parola, dando per scontato che se l’ha fatto una volta lo farà abitualmente. Sostanzialmente si tende a mescolare le proprie opinioni con i fatti, a confondere quello che sembra con quello che è, a sostituire nel nostro linguaggio interno il verbo sembrare con il verbo essere.

    Usare strumenti come l’osservazione, l’ascolto e il confronto significa cominciare a togliersi dagli occhi un po’ di quei filtri che agiscono come lenti deformanti della realtà che vogliamo giudicare. In fin dei conti, quando giudichiamo senza usare comprensione ed empatia, il più delle volte facciamo del male sia a noi stessi che all’altra persona.

    Che perdite enormi può causare il giudizio! Nelle relazioni tra parenti, nei rapporti di coppia, tra amici… Purtroppo anche tra genitori e figli.

    Partendo dal presupposto che lo sviluppo psicologico ed emotivo di un bambino, e quindi anche la percezione di sé e la sua autostima, vengono grandemente influenzati dai messaggi che riceve dai suoi genitori e dagli altri adulti di riferimento, compresi nonni, insegnanti e babysitter vari, un bambino che si senta giudicato e criticato dai suoi punti di riferimento adulti può arrivare facilmente e velocemente a perdere fiducia in se stesso e nelle proprie abilità… Quali soluzioni educative adottare per evitarlo?

    Se hai curiosità, dubbi o domande, non esitare a contattarmi scrivendomi una mail a annalisa@logopedistamestre.it


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    15 mins
  • EPISODIO 40. PROCRASTINARE
    May 20 2024

    “Ancora qualche minuto e poi lo faccio”, “Da domani sono a dieta”, “Non sono dell’umore giusto, non posso farlo adesso”, “Aspetta, prima devo fare un’altra cosa!”. Queste sono le frasi tipiche di chi cerca di procrastinare, ovvero di rimandare a un secondo momento l’esecuzione di un compito che ci sembra troppo grande o troppo brutto o troppo difficile da affrontare. Sembra che alla base di questo comportamento ci siano caratteristiche cognitive ed emotive: da un lato, una difficoltà nella gestione degli aspetti attentivi e organizzativi, oltre che dell’abilità di attivazione e delle risposte inibitorie; dall’altro una difficoltà nella gestione delle emozioni negative. Stress e paura di fallire ci tirano da una parte, il senso di colpa perché non stiamo facendo il nostro dovere ci tira dalla parte opposta. Il compromesso che la nostra mente escogita è quello del “Lo faccio, ma lo faccio dopo (o domani)”, con il risultato che ci resta costantemente vivo il pensiero di quello che dovremmo fare ma non stiamo facendo –quindi percepiamo una continua e subdola forma di tensione dietro le quinte- e allo stesso tempo evitiamo di guardare in faccia le nostre insicurezze, o paure, e quelli che percepiamo come limiti. Questo significa che evitiamo di dare ascolto alle nostre emozioni negative legate a quel compito e così non impariamo a gestirle. Che la tendenza a procrastinare appartenga a un adulto, a un ragazzo o a un bambino, si tratta comunque di un comportamento appreso e quindi modificabile nel tempo o addirittura contenibile o evitabile.

    Se hai curiosità, dubbi o domande, non esitare a contattarmi scrivendomi una mail a annalisa@logopedistamestre.it

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    16 mins

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