• Maceratando, storia e poesia della città di Macerata

  • By: Roberto Cherubini
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Maceratando, storia e poesia della città di Macerata

By: Roberto Cherubini
  • Summary

  • La storia di Macerata tratta dai volumi di Franco Torresi dal titolo "La città sul palcoscenico"
    50 poesie straordinarie di Giordano De Angelis
    curato da Roberto Cherubini
    Copyright Roberto Cherubini
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Episodes
  • Poesia 01 - "Babbu"
    Sep 15 2024
    Babbu Sòreme, mamma e babbu statìa in pena. Adèra tardi. Avìa gghjà fatto cena. Fòri, de née, ce n'era un béllu stratu. Nignìa. E io non ero ringasàtu. Li vardàsci se sa comme adè fatti: jé passa tande cóse pe' la mende. Nó’ lo fa apposta. Inzoma, adè distratti. Eppó, sùbbito dopo, se ne pende. Invatti, me ricordo 'llu momendu, quanno che quella sera ringasai. Era paura, addro che pindimendu ! E sotto, tra le gamme, me vagnai. Babbu ttizzàa lu fócu e statìa zittu. Mi' matre la minestra rescallava. Sòrema stia a sedé su lu vanghìttu, fissàa lu tavulì, senza fiatà. Quell'addra, preoccupata, me guardava, facènnome li segni co' 'na mà, quasci a volémme dì " Ma comme mai !? postà che tu sì tando tondoló da jì cerchènno sembre tandi guai ? 'Mo, te lu téni, se piji 'che mmoccató ! " Mi' matre facìa finda a stà rrabbiata. E, smuscinènno, mango s'era ccòrta, tand'era in pena a tando preoccupata, che la minestra, ammó, jé s'era scotta. Allora faccio : - Va', scùseme tando. Che adèra tardi, non c' 'io fatto mende. Te pò' succede, speciarmende quanno stai, co' l'amici, dendro lu caffè. Io staco vè', nó' m'é succésso gnènde. Su, non te devi preoccupà per me. - Me rispunnì : - Ahó, sì ringasatu ? ! C' 'i fatto stà u' mmoccó co' lu magó. Sciùcchete, ché sarai tuttu vagnatu. E, a rattizzà lu fócu seguitò.
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  • Dal notiziario di Bandiera Rossa, organo dei Comunisti Marchigiani. (15 aprile 1944)
    Jul 14 2024
    15 aprile 1944. Dal notiziario di Bandiera Rossa, organo dei Comunisti Marchigiani. Macerata. La città è messa in continuo orgasmo dall'infierire della reazione fascista. I militi, sotto la guida di Ferazzani, nei tentativi di colpire i partigiani, riportano clamorose disfatte e sono costretti ad organizzare grandi funerali obbligando i cittadini a parteciparvi previa chiusura dei negozi, scuole ecc. Esasperati per i colpi che rice- vono in continuazione dai patrioti, sfogano la propria rabbia su pacifici passanti col pretesto che durante le cerimonie non tengono un buon contegno. Non è così o in qualsiasi altro modo che riusciranno a sfuggire alla giustizia partigiana che uno alla volta li raggiungerà tutti. Serravalle. La stessa notte che i partigiani dettero l'assalto alla caserma dei carabinieri, alcuni malfattori penetrarono nell'abitazione della famiglia Feliciangeli rubando biancheria, oggetti preziosi e denaro per un valore di L. 200.000. Fu poi messa in giro la voce che gli autori del furto erano i partigiani. I patrioti, fatte le indagini, acciuffarono i responsabili e dopo aver riunito tutta la popolazione, li obbligarono a riportare gli oggetti rubati al proprietario. Quindi fu chiesto alla popolazione che emettes- se il proprio giudizio sui colpevoli. Il verdetto popolare fu di clemenza ed i patrioti vi si attennero pur riconoscendo che il perdono, in simili casi, è un atto di ingiustizia sociale. Per i casi che eventualmente si ripetessero il procedimento sarà di spietata giustizia. Camerino. I fascisti del luogo dopo l'occupazione temporanea della loro caserma da parte dei patrioti, furono presi da un tale spavento che fecero murare due porte d'ingresso al paese mentre nelle altre veniva posta una guardia numerosa e armata fino ai denti. Civitanova M. I G.A.P. hanno lanciato una bomba contro l'abitazione dei fratelli Cecchetti colpevoli di resistere alla pressione esercitata dagli operai allo scopo di ottenere il pagamento del salario per tutto il periodo che lo stabilimento, danneggiato da bombardamento aereo, rimarrà chiuso. Ai suddetti è stata inviata anche una lettera, a nome degli operai, in cui è espressa la precisa intenzione di continuare a combattere fino al raggiungimento delle loro giuste rivendicazioni. Apiro. Allo scopo di impedire il raduno del bestiame, i partigiani si sono impadroniti dell'auto che doveva trasportare la commissione provinciale e contemporaneamente hanno avvertito i contadini di non presentarsi al raduno. I contadini hanno ascoltato l'avvertimento e il raduno non ha potuto aver luogo. San Severino. In località Valdiola, i tedeschi e fascisti hanno attaccato, con forze preponderanti, un distaccamento Garibaldi. I patrioti, che in primo tempo erano stati circondati, hanno saputo divincolarsi infliggendo al nemico rilevanti perdite. Circa 30 morti e altrettanti feriti nazi-fascisti sono rimasti sul terreno mentre i partigiani riportavano 10 morti e alcuni feriti.
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  • Quelli che ieri favorirono la nostra ascesa al potere oggi ci colpiscono alla schiena (18 marzo 1944)
    Jul 14 2024
    Quelli che ieri favorirono la nostra ascesa al potere oggi ci colpiscono alla schiena. Macerata, in queste ultime settimane, ha dovuto assistere al proditorio assassinio di quattordici dei suo figli migliori, al ferimento di altri camerati, a vessazioni e rapine di ogni genere e misura. Bande di sconosciuti scorrazzano per gli abitati delle montagne assaltando i magazzeni di grano, depositi di viveri, trasporti di persone, depredando e distruggendo, sequestrando uomini e cose, seminando dovunque il terrore e la morte. Questo stato di cose ha creato una psicosi di viva apprensione e di orgasmo fra la popolazione della provincia, notoriamente tranquilla e radicalmente attaccata al proprio lavoro. Più doloroso il fatto che gli assassini e gli esecutori materiali sono in prevalenza degli italiani, imbevuti di odio e di vendetta contro i propri fratelli. Contro i responsabili dell'eccidio di Muccia, il Tribunale Militare pronuncerà tra breve il proprio verdetto in base alle leggi di guerra. (Imputati assolti; ndr). Ma noi vorremmo che si colpissero più severamente coloro che favoriscono il dilagare di queste manifestazioni di banditismo stando nell'ombra. È ormai notorio infatti che molti signorotti industriali, commercianti e grossi proprietari terrieri, hanno fornito mezzi e ospitalità ai banditi. Costoro sono in gran parte quegli stessi che negli anni della vigilia cercarono di favorire lo sviluppo del movimento fascista nella speranza di farne la guardia bianca della borghesia. Ora che il fascismo, attraverso la costituzione della Repubblica Sociale, ha mostrato ancora più chiaramente il suo vero volto, essi vogliono impedirne qualunque affermazione e sviluppo. Ma il fascismo è una idea universale che non può morire perchè è destinata a penetrare sempre più nella coscienza degli individui e non soltanto di quelli dei paesi dell'Asse. I cosiddetti <> - i quali, comunque vadano le cose, dovranno rendere conto delle loro azioni delittuose - spogliati del loro bieco livore antifascista che ne ha fatto dei banditi, eccetto gli stranieri e salvo poche eccezioni non sono che degli illusi. Essi combattono per un re e per un governo che nessuno vuole. Basta seguire gli avvenimenti delle provincie invase per convincersene. La stessa agenzia Reuter ha dato notizia che il recente comizio antifascista di Napoli è stato caratterizzato da una serie di fischi e di invettive all'indirizzo di Vittorio Emanuele e di Badoglio. Non per nulla la stampa nemica nelle provincie del meridione ha unanimamente affermato che il fronte antifascista è più compatto nei territori non occupati. I fatti hanno dimostrato che gli anglo-americani vogliono la nostra distruzione, non la nostra liberazione. Gli eserciti degli invasori sono formati soprattutto di negri del Sudan, del Senegal, del Camerun, del Congo, del Chenia, del Tanganica, di Marocchini, Algerini, Indiani, Indocinesi, Abissimi e negri d'America. Queste variopinte formazioni mercenarie stanno compiendo le atrocità più inaudite ai danni delle nostre donne e delle nostre famiglie del meridione. Alla luce di queste solari verità, non è difficile prevedere quale sarebbe la nostra sorte se l'Italia cadesse sotto il dominio dei suoi nemici. Saremmo dati in pasto alle truppe di colore. Ma come si può pensare che un siffatto mosaico di razze inferiori possa seriamente procurarci la libertà ed un maggior benessere? Ciò senza calcolare l'influenza del Cremlino che rappresenta ed esprime una concezione di origine asiatica in funzione della razza slava, la cui rivalità, rispetto ai popoli latini, è una pura mostruosità. Se tutto questo è vero non v'è chi non veda, per il bene della nostra Patria, l'inderogabile necessità di procedere decisamente contro coloro che non sono disposti a ricredersi. Se in tutte le provincie del nord, della Toscana e del Lazio è tutto un susseguirsi di volontari che chiedono l'onore di difendere l'Italia dalla invasione dei barbari, perché questa luce nuova non deve illuminare anche la nostra gente? Di fronte alla minaccia della totale distruzione, la sola alternativa è quella di difenderci contro tutto e contro tutti. E se per disavventura dovessimo soggiacere, meglio cadere sul fronte del combattimento che morire dall'umiliazione e dal disonore. Chi non sente questo imperativo categorico è un traditore ed un vile, un italiano indegno e contro cui occorrerà agire se si vuol salvare l'Italia.

    (Arturo Bernardi, L'Azione repubblicana del 18 marzo).
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