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  • Episodio 179 - 15 aprile 1944. Dal notiziario di Bandiera Rossa, organo dei Comunisti Marchigiani. (1944)
    Jul 14 2024

    15 aprile 1944. Dal notiziario di Bandiera Rossa, organo dei Comunisti Marchigiani.

    Macerata. La città è messa in continuo orgasmo dall'infierire della reazione fascista. I militi, sotto la guida di Ferazzani, nei tentativi di colpire i partigiani, riportano clamorose disfatte e sono costretti ad organizzare grandi funerali obbligando i cittadini a parteciparvi previa chiusura dei negozi, scuole ecc. Esasperati per i colpi che rice- vono in continuazione dai patrioti, sfogano la propria rabbia su pacifici passanti col pretesto che durante le cerimonie non tengono un buon contegno. Non è così o in qualsiasi altro modo che riusciranno a sfuggire alla giustizia partigiana che uno alla volta li raggiungerà tutti.

    Serravalle. La stessa notte che i partigiani dettero l'assalto alla caserma dei carabinieri, alcuni malfattori penetrarono nell'abitazione della famiglia Feliciangeli rubando biancheria, oggetti preziosi e denaro per un valore di L. 200.000. Fu poi messa in giro la voce che gli autori del furto erano i partigiani. I patrioti, fatte le indagini, acciuffarono i responsabili e dopo aver riunito tutta la popolazione, li obbligarono a riportare gli oggetti rubati al proprietario. Quindi fu chiesto alla popolazione che emettes- se il proprio giudizio sui colpevoli. Il verdetto popolare fu di clemenza ed i patrioti vi si attennero pur riconoscendo che il perdono, in simili casi, è un atto di ingiustizia sociale. Per i casi che eventualmente si ripetessero il procedimento sarà di spietata giustizia.

    Camerino. I fascisti del luogo dopo l'occupazione temporanea della loro caserma da parte dei patrioti, furono presi da un tale spavento che fecero murare due porte d'ingresso al paese mentre nelle altre veniva posta una guardia numerosa e armata fino ai denti.

    Civitanova M. I G.A.P. hanno lanciato una bomba contro l'abitazione dei fratelli Cecchetti colpevoli di resistere alla pressione esercitata dagli operai allo scopo di ottenere il pagamento del salario per tutto il periodo che lo stabilimento, danneggiato da bombardamento aereo, rimarrà chiuso. Ai suddetti è stata inviata anche una lettera, a nome degli operai, in cui è espressa la precisa intenzione di continuare a combattere fino al raggiungimento delle loro giuste rivendicazioni. Apiro. Allo scopo di impedire il raduno del bestiame, i partigiani si sono impadroniti dell'auto che doveva trasportare la commissione provinciale e contemporaneamente hanno avvertito i contadini di non presentarsi al raduno. I contadini hanno ascoltato l'avvertimento e il raduno non ha potuto aver luogo. San Severino. In località Valdiola, i tedeschi e fascisti hanno attaccato, con forze preponderanti, un distaccamento Garibaldi. I patrioti, che in primo tempo erano stati circondati, hanno saputo divincolarsi infliggendo al nemico rilevanti perdite. Circa 30 morti e altrettanti feriti nazi-fascisti sono rimasti sul terreno mentre i partigiani riportavano 10 morti e alcuni

    feriti.

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  • Episodio 178 - Quelli che ieri favorirono la nostra ascesa al potere oggi ci colpiscono alla schiena (1944)
    Jul 14 2024

    Quelli che ieri favorirono la nostra ascesa al potere oggi ci colpiscono alla schiena.

    Macerata, in queste ultime settimane, ha dovuto assistere al proditorio assassinio di quattordici dei suo figli migliori, al ferimento di altri camerati, a vessazioni e rapine di ogni genere e misura. Bande di sconosciuti scorrazzano per gli abitati delle montagne assaltando i magazzeni di grano, depositi di viveri, trasporti di persone, depredando e distruggendo, sequestrando uomini e cose, seminando dovunque il terrore e la morte.

    Questo stato di cose ha creato una psicosi di viva apprensione e di orgasmo fra la popolazione della provincia, notoriamente tranquilla e radicalmente attaccata al proprio lavoro. Più doloroso il fatto che gli assassini e gli esecutori materiali sono in prevalenza degli italiani, imbevuti di odio e di vendetta contro i propri fratelli. Contro i responsabili dell'eccidio di Muccia, il Tribunale Militare pronuncerà tra breve il proprio verdetto in base alle leggi di guerra. (Imputati assolti; ndr).

    Ma noi vorremmo che si colpissero più severamente coloro che favoriscono il dilagare di queste manifestazioni di banditismo stando nell'ombra. È ormai notorio infatti che molti signorotti industriali, commercianti e grossi proprietari terrieri, hanno fornito mezzi e ospitalità ai banditi. Costoro sono in gran parte quegli stessi che negli anni della vigilia cercarono di favorire lo sviluppo del movimento fascista nella speranza di farne la guardia bianca della borghesia. Ora che il fascismo, attraverso la costituzione della Repubblica Sociale, ha mostrato ancora più chiaramente il suo vero volto, essi vogliono impedirne qualunque affermazione e sviluppo.

    Ma il fascismo è una idea universale che non può morire perchè è destinata a penetrare sempre più nella coscienza degli individui e non soltanto di quelli dei paesi dell'Asse. I cosiddetti <> - i quali, comunque vadano le cose, dovranno rendere conto delle loro azioni delittuose - spogliati del loro bieco livore antifascista che ne ha fatto dei banditi, eccetto gli stranieri e salvo poche eccezioni non sono che degli illusi. Essi combattono per un re e per un governo che nessuno vuole. Basta seguire gli avvenimenti delle provincie invase per convincersene. La stessa agenzia Reuter ha dato notizia che il recente comizio antifascista di Napoli è stato caratterizzato da una serie di fischi e di invettive all'indirizzo di Vittorio Emanuele e di Badoglio.

    Non per nulla la stampa nemica nelle provincie del meridione ha unanimamente affermato che il fronte antifascista è più compatto nei territori non occupati. I fatti hanno dimostrato che gli anglo-americani vogliono la nostra distruzione, non la nostra liberazione. Gli eserciti degli invasori sono formati soprattutto di negri del Sudan, del Senegal, del Camerun, del Congo, del Chenia, del Tanganica, di Marocchini, Algerini, Indiani, Indocinesi, Abissimi e negri d'America. Queste variopinte formazioni mercenarie stanno compiendo le atrocità più inaudite ai danni delle nostre donne e delle nostre famiglie del meridione.

    Alla luce di queste solari verità, non è difficile prevedere quale sarebbe la nostra sorte se l'Italia cadesse sotto il dominio dei suoi nemici. Saremmo dati in pasto alle truppe di colore. Ma come si può pensare che un siffatto mosaico di razze inferiori possa seriamente procurarci la libertà ed un maggior benessere? Ciò senza calcolare l'influenza del Cremlino che rappresenta ed esprime una concezione di origine asiatica in funzione della razza slava, la cui rivalità, rispetto ai popoli latini, è una pura mostruosità. Se tutto questo è vero non v'è chi non veda, per il bene della nostra Patria, l'inderogabile necessità di procedere decisamente contro coloro che non sono disposti a ricredersi. Se in tutte le provincie del nord, della Toscana e del Lazio è tutto un susseguirsi di volontari che chiedono l'onore di difendere l'Italia dalla invasione dei barbari, perché questa luce nuova non deve illuminare anche la nostra gente? Di fronte alla minaccia della totale distruzione, la sola alternativa è quella di difenderci contro tutto e contro tutti. E se per disavventura dovessimo soggiacere, meglio cadere sul fronte del combattimento che morire dall'umiliazione e dal disonore. Chi non sente questo imperativo categorico è un traditore ed un vile, un italiano indegno e contro cui occorrerà agire se si vuol salvare l'Italia.

    (Arturo Bernardi, L'Azione repubblicana del 18 marzo).

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  • Episodio 177 - Uccisi a Muccia Corbelli Dino, Adriani Tommaso, Foglia Genuino, Foresi Mario, Ghiozzi Marcello, Pepa Mario e Franceschini Salvatore (1944)
    Jul 14 2024

    Uccisi a Muccia Corbelli Dino, Adriani Tommaso, Foglia Genuino, Foresi Mario, Ghiozzi Marcello, Pepa Mario e Franceschini Salvatore.

    Un grave fatto ha colpito in questi giorni la nostra Provincia. Una squadra della Guardia Repubblicana, comandata di scorta ad una squadra di operai, è stata barbaramente assalita in una imboscata. La squadra degli operai stava procedendo alla spalatura della neve sulle strade di Muccia per consentire la viabilità dei trasporti e della popolazione.

    Una banda di sconosciuti introdottisi nascostamente nelle vicinanze, mitragliava brutalmente i fedeli militi. Malgrado la subitanea reazione rimanevano uccisi sei militi ed un operaio. Altro operaio rimaneva gravemente ferito. L'atto proditorio della banda non può trovare attenuante né giustificazione alcuna; essa provoca tutto il nostro sdegno ed un profondo grido di orrore. Ignoriamo chi fossero i vili aggressori, ma ci rifiutiamo di credere che siano italiani anche se molti di essi, sono pervertiti ed avvelenati dalle mali arti del nemico. Ma se così non fosse, se il sangue sparso fosse frutto dell'opera di altri fratelli, allora bisognerà maledire ancora coloro che sono stati la causa di questo stato di cose.

    Ma occorrerà altresì superare le nostre titubanze, elevarsi al di sopra del nostro tormento e risalire quelle ripe boscose e deserte per indurre alla ragione, con gli stessi mezzi, questi forsennati rinnegatori del proprio sangue e della propria Patria. Tutto questo è sommamente doloroso, immensamente triste, ma altrettanto necessario per la tranquillità delle nostre case e delle nostre famiglie.

    Sono avvenuti qua e là altri misfatti, altri fatti dolorosi, ma sono stati sopportati in silenzio. Con lo strazio racchiuso nel cuore, nella speranza che la luce della verità, il sacro amore per la Patria, finissero con l'avere il sopravvento. Ma l'imboscata di Muccia ha raggiunto il colmo, essa non ci consente di tacere

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  • Episodio 176 - Quei prigionieri fuggiti dal campo di concentramento che cercano ospitalità nelle nostre case. (1944)
    Jul 6 2024

    Quei prigionieri fuggiti dal campo di concentramento che cercano ospitalità nelle nostre case.

    Molti, molti prigionieri nemici, fuggiti dai campi di concentramento nell'infausto 8 settembre, girano indisturbati per le nostra campagne. Con delittuosa compiacenza, falsissima pietà, deplorevole paura, i prigionieri sono ospitati nelle case di campagna, aiutati, sfamati e puliti.

    A tutti i vigliacchi che si sono assunti questa turpe complicità vogliamo non ricordare le pene gravissime che il Codice di guerra contempla contro coloro che aiutano in qualunque modo e circostanza il nemico, ma rammentiamo invece:

    che quel prigioniero è nemico giurato dell'Italia; che quel prigioniero è colui che ha ucciso i nostri fratelli, buttando nel pianto tante madri e spose; che quel prigioniero appartiene a quella odiata razza che dall'alto ha orrendamente bombardato le nostre città indifese abbattendo Chiese, ospedali, case civili, uccidendo migliaia di mamme e bimbi.

    Vergogna-Vergogna-Vergogna.

    Quando ritorneranno i nostri prigionieri affamati, sporchi, avviliti, chiedete loro se inglesi, russi, americani si sono commossi alle loro sofferenze, ai loro dolori, alla loro fame. E allora immensa, senza attenuanti, sarà la condanna morale.

    (L'Azione repubblicana, 1 gennaio).

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  • Episodio 175 - Sfugge a un agguato e raggiunge i monti la primula antifascista Petinari Alfonso (1944)
    Jul 6 2024

    Sfugge a un agguato e raggiunge i monti la primula antifascista Petinari Alfonso.

    Per arrestare un nostro compagno alcuni fascisti si appostarono, di notte, attorno alla sua abitazione. Uno di loro andò a bussare alla sua porta e, col pretesto che gli doveva parlare di lavoro (Petinari esercitava il mestiere di lucidatore; ndr), lo invitò a uscire. Il nostro compagno, insospettito, riuscì ad attirarlo in casa, dove, dopo averlo disarmato gli toglieva la carta d'identità.

    Frattanto, dal di fuori, i complici iniziavano una sparatoria contro la casa. Il compagno, constatata la impossibilità di resistere di fronte al numero preponderante degli avversari, fuggiva attraverso una finestra ma nel tentativo rimaneva ferito a una gamba. Riusciva ugualmente a mettersi in salvo e raggiungeva la sede di un gruppo di partigiani deciso, appena le condizioni glielo permetteranno, di dare il suo contributo per lo sterminio della teppa nazi-fascista.

    (L'Aurora, Organo stampato in clandestinità dai Comunisti Marchigiani, 1 gennaio).

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  • Episodio 174 - Brevi notizie dell'anno 1944
    Jul 6 2024

    Brevi notizie dell'anno 1944

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  • Episodio 183 - Prima del ripiegamento i militari tedeschi hanno "bussato" al portone della Banca d'Italia (1944)
    Jun 29 2024

    Prima del ripiegamento i militari tedeschi hanno "bussato" al portone della Banca d'Italia.

    «Banca d'Italia-Filiale di Macerata. Adunanza semestrale 1944. Il giorno 10 luglio 1944, alle ore 11, nella Sala del Consiglio della Filiale si sono riuniti i Signori: Nardi Comm. dott. Giustino, Consigliere con funzioni di Censore; Perri Cav. Dott. Pierluigi, idem; Ciccolini M.se Clemente, Ciotti Avv. Cesare, Martello Avv. Tommaso, Consiglieri; Avanzati Cav. Rag. Pietro, Direttore;

    Scopo della riunione è l'esame e l'approvazione del Bilancio al 30 giugno 1944 ai sensi dell'art. 36 dello Statuto Sociale. Il Direttore presenta il Bilancio stesso che si chiude, tanto all'attivo che al passivo, con un totale di L. 486.451.694,83. Dopo aver fornito chiarimenti in ordine alle varie voci di Bilancio, fa rilevare che gli utili lordi del semestre ammontano a L. 3.551.235,47, che le spese ammontano a L. 566.449,62 e che si è ottenuto un utile netto di L. 2.984.785,85.

    I Signori Funzionari, preso in esame il Bilancio e uditi i chiarimenti del Direttore, lo approvano. Una copia del Bilancio stesso viene firmata dal Consigliere con funzioni di Censore e dal Consigliere più anziano di età, ai sensi dell'art. 435 del Regolamento Generale della Banca.

    Il Direttore riferisce, infine, ai Signori Funzionari sugli avvenimenti svoltisi dall'inizio del ripiegamento delle truppe tedesche fino all'arrivo di quelle alleate e che hanno, in modo particolare, riferimento con la Filiale. Dopo aver posto in rilievo l'alto senso di attaccamento all'Istituto dimostrato dal Censore Comm. Nardi, che per oltre tre mesi ha prestato la sua opera in modo continuo ed esemplare nonché il coraggio e lo spirito di sacrificio dimostrati, specie negli ultimi giorni critici, da una parte del personale, fa presente che per ben tre volte militari tedeschi armati fino ai denti, hanno con la forza preteso l'apertura dei forzieri della Succ.le con lo scopo di asportare tutti i valori ivi giacenti.

    Il Direttore soggiunge che i valori asportati ammontano, in complesso, a L. 6.813.640 in biglietti di Banca e di Stato, a gr. 9 di oro fino e a L. 268.755 di monete d'argento ma che però si è potuta sottrarre alla cattura la maggior parte dei valori esistenti, grazie all'atteggiamento fermo e deciso dei presenti alle asportazioni nonché ad alcuni utili accorgimenti che avrebbero peraltro potuto condurre alla morte gli astanti, qualora gli atteggiamenti stessi fossero stati scoperti.

    I Signori Funzionari, preso atto di quanto riferito dal Direttore, esprimono a lui, al Comm. Nardi e al personale i sensi del loro più vivo compiacimento per la fermezza ed il coraggio da essi dimostrato. Il presente verbale viene redatto, letto e firmato seduta stante. Il Consigliere con funzioni di Censore più anziano di età: Giustino Nardi; Il Consigliere più anziano di età: Clemente Ciccolini; Il Direttore: Pietro Avanzati»>.

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  • Episodio 182 - Gli aerei alleati in soccorso dei giovani rinchiusi nel Campo di Concentramento di Sforzacosta (1944)
    Jun 29 2024

    Gli aerei alleati in soccorso dei giovani rinchiusi nel Campo di Concentramento di Sforzacosta.

    In seguito ai rastrellamenti effettuati nella regione marchigiana più di duemila giovani vennero rinchiusi nel campo di concentramento di Sforzacosta dove venivano trattati alla stregue di bestie e lasciati quasi senza mangiare. Una provvidenziale informazione ha portato la cosa a conoscenza del Comando alleato che ha fatto sorvolare il campo da aerei che hanno spezzonato i dintorni e mitragliato i posti di guardia. Nella confusione creatasi circa 1500 giovani sono riusciti a evadere e la maggior parte di essi è andata ad ingrossare le file dei patrioti.

    A Macerata un gruppo di detenuti politici è riuscito ad evadere dal carcere della città con una audace azione. Approfittando dello stato di allarme, in seguito al quale venivano portati nel rifugio, i detenuti toltisi le calze le hanno riempite di terra usandole per tramortire le guardie carcerarie. Queste, colte di sorpresa, sono state sopraffatte e una di esse, che accorreva in soccorso dei colleghi con la rivoltella in pugno, è stata disarmata e ridotta all'impotenza. Il gruppo, fra cui si trovavano alcuni partigiani, riusciva a fuggire indisturbato. (Qualche mese prima alcuni patrioti intenzionati a liberare i detenuti politici si erano introdotti nelle carceri con uno stratagemma. L'azione però era fallita per opera di una guardia carceraria che, sfuggita al controllo, aveva dato l'allarme; ndr).

    I partigiani hanno attaccato il 31 maggio, con abilissima manovra, un gruppo di militi del presidio di Sarnano presso il locale Tiro a Segno. 8 militi rimasero sul terreno e 12 furono più o meno gravemente feriti. L'attacco dei patrioti non ha avuto l'esito pieno che la sua accurata preparazione meritava poiché, per una fatale circostanza, il resto del presidio del paese che doveva essere sul posto dove avvenne l'attacco partigiano, ritardò la sua venuta. Senza il banale incidente (l'orologio del capo squadra fermo) tutto il presidio, composto di 45 uomini, sarebbe stato fatto fuori. I partigiani hanno riportato due morti. (Bandiera Rossa, 15 giugno).

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