Una via di pace

Dal 15 al 18 luglio un gruppo di 24 giovani, cristiani e musulmani, hanno vissuto insieme nel nostro monastero un’esperienza di incontro islamo-cristiano nel segno della convivialità e del dialogo. In uno spazio condiviso di preghiera, lavoro e riflessione, i partecipanti hanno potuto approfondire la conoscenza delle rispettive tradizioni religiose, far sbocciare semi di fraternità e attivare dinamiche di amicizia.

Al termine dell’esperienza, prima di salutarli, li abbiamo intervistati chiedendo loro con quale immagine avrebbero descritto i giorni trascorsi insieme e come avrebbero voluto condividerli con voi che ci ascoltate.

Queste sono le loro parole di Pathe da Genova.

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Cantare insieme

Dal 15 al 18 luglio un gruppo di 24 giovani, cristiani e musulmani, hanno vissuto insieme nel nostro monastero un’esperienza di incontro islamo-cristiano nel segno della convivialità e del dialogo. In uno spazio condiviso di preghiera, lavoro e riflessione, i partecipanti hanno potuto approfondire la conoscenza delle rispettive tradizioni religiose, far sbocciare semi di fraternità e attivare dinamiche di amicizia.

Al termine dell’esperienza, prima di salutarli, li abbiamo intervistati chiedendo loro con quale immagine avrebbero descritto i giorni trascorsi insieme e come avrebbero voluto condividerli con voi che ci ascoltate.

Queste sono le loro parole di Michele da Torino.

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Insieme nella preghiera

Dal 15 al 18 luglio un gruppo di 24 giovani, cristiani e musulmani, hanno vissuto insieme nel nostro monastero un’esperienza di incontro islamo-cristiano nel segno della convivialità e del dialogo. In uno spazio condiviso di preghiera, lavoro e riflessione, i partecipanti hanno potuto approfondire la conoscenza delle rispettive tradizioni religiose, far sbocciare semi di fraternità e attivare dinamiche di amicizia.

Al termine dell’esperienza, prima di salutarli, li abbiamo intervistati chiedendo loro con quale immagine avrebbero descritto i giorni trascorsi insieme e come avrebbero voluto condividerli con voi che ci ascoltate.

Queste sono le loro parole di Ilias da Novara.

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