Il dolore che prova Saverio nella ricerca ossessiva di una comprensione di sé stesso, e del mondo, lo porta a rifugiarsi in una dimensione parallela che lo conduce all’isolamento e alla costruzione di una realtà altra, fatta di rabbia più o meno espressa. Ma a un certo punto qualcosa cambia, Saverio viene accolto da una casa-famiglia e per lui questo rappresenta il pianoro dopo una lunga salita.

Nella storia di Ludovica il tema del cibo è sostanziale. E non solo perché lei soffre di un disturbo alimentare, ma perché offre uno spunto di riflessione legato a un meccanismo a cui lei stessa fa cenno. Il cibo è un mezzo per Ludovica, e per chi soffre di disturbi simili, per gestire il proprio aspetto, per affermare la propria forza, per un illusorio controllo della propria vita. La privazione del cibo innesca anche dei processi fisiologici che impattano pesantemente non solo sul corpo stesso, ma sulle relazioni, sulle reazioni, sulla capacità di stare in mezzo agli altri. Ma Ludovica non è sola. Anche se prova ad allontanare chi le sta vicino, oggi riconosce il valore delle presenze della sua vita che hanno giocato un ruolo determinante per la sua ripresa.

La realtà che ognuno costruisce per sé ha insita una dose di inganno, dovuto alla soggettività o al giudizio altrui. Ma sulla realtà di Barbara, sul suo mondo interiore, grava il filtro del suo disturbo ossessivo, che le fa vedere, e vivere, il mondo intorno a sé in una forma distorta, sin da bambina. Ed è crescendo che Barbara si rende conto dell’importanza di chiedere aiuto per riprendere in mano il timone della sua vita.

Sensibile e amante dei viaggi questa è Giulia, una ragazza che ha saputo compiere una vera e propria impresa nella sua vita. È riuscita ad accelerare il passo, guardare con coraggio la strada da fare per lasciarsi alle spalle lo spettro dell'autodistruzione. Per un periodo di tempo infatti la rabbia, insieme ad altre emozioni amplificate, hanno accompagnato la sua vita esplodendo e mettono in subbuglio il suo animo, senza però riuscire a esprimerla. E per questo il primo oggetto di sfogo è diventato il suo corpo. Ma a un certo punto qualcosa cambia. E per Giulia inizia un nuovo periodo, un periodo in cui si sente in continua evoluzione, pronta ad affrontare il mondo.

Diventare adulti è difficile e lo è anche per Elena che cerca di rallentare la sua crescita controllando il suo corpo che diventa uno strumento per urlare tutto il suo disagio. Dopo la privazione del cibo, la mente di Elena, affamata di attenzione, spinge il suo corpo verso l’eccesso opposto, in una sofferente e precipitosa caduta verso il baratro. Ma a un certo punto qualcosa in Elena cambia. Il suo percorso non è concluso, ma oggi nella qualità del suo quotidiano riesce a riconoscere la felicità.

Davide è un ragazzo sereno, allegro e amato dagli altri, ma dentro si sente estremamente insicuro, soprattutto per quanto riguarda la visione che ha di sé e del suo corpo. E questo lo porta ad allontanarsi dagli altri. Ma passo dopo passo, grazie al percorso terapeutico e alla consapevolezza che ne deriva, Davide compie un percorso di trasformazione vivendo sulla propria pelle momenti bui e traguardi.

Sara è una studentessa universitaria, amante dello sport e appassionata di lettura e scrittura. Questi che possono sembrare come dei traguardi ordinari per una ragazza della sua età sono il risultato di un lungo percorso contro le ossessioni che occupavano la sua testa, le sue giornate e la sua adolescenza. Ma a un certo punto della sua vita Sara trova la sua strada e comincia a dare un senso al proprio cammino.

Rebecca Tarlazzi ha vinto 16 medaglie mondiali e, nella sua specialità, il pattinaggio artistico a rotelle, è semplicemente soprannominata “la regina”. Eppure, Rebecca si sente inadeguata e non all’altezza di vivere la sua vita e come se indossasse una maschera, all’apparenza forte, ma dentro in cerca di aiuto. Ed è proprio solo dopo aver tolto questa maschera che Rebecca rinasce.