• Trasmissione del 21 febbraio 2021
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  • Il covid e la partita di football americano della dottoressa Malara
    Feb 14 2021
    Ormai, ci siamo dentro da un anno. Ormai, da 12 mesi esatti, siamo tutti costretti a fare i conti con i nostri limiti, con le nostre paure. Con l'impossibilità di riuscire a controllare tutto. Da un anno cioè, il mondo intero convive con un forte- e forse prima di allora quasi sconosciuto- senso di imprevedibilità.
    Un anno dopo la scoperta in Italia del coronavirus, dopo 92mila morti e una gigantesca crisi economica e sociale, "possiamo imparare solo dalle nostre cicatrici", dice Annalisa Malara, l'anestesista che un anno fa, nell'ospedale di Codogno, forzando protocolli e regole, fece fare il tampone anti-covid a Mattia Maestri, il paziente uno. Venne così certificata la presenza del virus in Occidente. "C'era tanto scetticismo intorno a me: "ecco la giovane dottoressina che vuole fare la diagnosi eclatante", ecco cosa sentivo", racconta a Storiacce.
    "Spero che da questa storia abbiamo tutti imparato a riportare il rapporto medico/paziente al centro, prima di protocolli e burocrazia", dice, parlando anche dei "tanti soffitti di cristallo incontrati nelle corsie, dove è una sfida col tempo per riacciuffare vite. È una come una partita di football americano", aggiunge la dottoressa Malara.
    Mentre le inchieste stanno ancora cercando di stabilire cosa non abbia funzionato nella gestione della prima ondata dell'epidemia - tra piani pandemici non aggiornati e protocolli sbagliati - ora si cerca di far fronte a tutte le carenze emerse nel sistema sanitario. E il punto di partenza è proprio quella notte di un anno fa a Codogno...
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  • Costiera Amalfitana, tra sogno e scempio
    Feb 7 2021
    Le ruspe sono lì, a rimuovere fango e pietre. E un muro, rimasto in bilico sul costone. Ancora una volta un crollo di rocce taglia in due la Costiera amalfitana, con sfollati da soccorrere e residenti isolati da aiutare. Ancora una volta, questo territorio - tanto fragile, quanto incantato, patrimonio Unesco, paga lo scotto di anni di violazioni. 34 le frane registrate dal 1899, non di rado anche con vittime. I fondi contro il dissesto idrogeologico sono stanziati, ma spesso non spesi, per "cronica mancanza di una progettazione adeguata", come marcò la Corte dei Conti. Ma ora comincia "una stagione di demolizioni delle costruzioni abusive", anticipa a Storiacce Giuseppe Borrelli, neo Procuratore di Salerno.
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  • Trasmissione del 31 gennaio 2021
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  • Il profumo della memoria
    Jan 24 2021
    Era inevitabile: l'odore di quel sapone all'arancio doveva ricordargli il profumo della salvezza. Per tutta la vita, Nedo Fiano ha continuato a cercare e comprare nei mercati di cose americane quel sapone, che gli ricordasse il soldato che lo portò fuori dal campo di concentramento. E ora che lui non c'è più, quel profumo è diventato per Emanuele Fiano, suo figlio, la traccia da seguire per mettere insieme la storia di uno degli ultimi sopravvissuti allo sterminio degli ebrei nel campo di Auschiwitz, del massacro della sua famiglia, ma anche la traccia per rileggere le memorie di una nazione, nelle pagine de "Il profumo di mio padre", edito da Piemme. "È nell'ora più buia della notte, che l'alba è più vicina", raccontava Nedo Fiano

    Alla vigilia della giornata della memoria, il 27 gennaio, Storiacce racconta la storia di uno dei sopravvissuti allo sterminio nazisti, mentre il vento dell'odio torna a soffiare in tutto il mondo.
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  • Il giorno della civetta, rileggere Sciascia, insieme ai magistrati antimafia
    Jan 17 2021
    L'omicidio di un piccolo imprenditore, in una terra di miniere e povertà. Un'inchiesta che si fa largo, tra silenzi diffusi e connivenze profonde; un capitano dei carabinieri testardo, che ricostruisce un ampio giro di appalti e gli interessi del boss locale; ma poi anche i depistaggi di chi cerca di far apparire tutto un delitto passionale e i tentativi di far scagionare gli imputati.

    C'è la mafia che vedeva intorno a sé e ci sono tutti gli elementi più tipici della mafia d'ogni tempo nella trama de "Il Giorno della civetta", il romanzo più famoso di Leonardo Sciacia, il romanzo che fece conoscere all'Italia intera cosa fosse davvero la mafia. Non folklore, ma violenza, controllo del territorio, omertà, interessi, corruzioni.

    A 100 anni dalla nascita dello scrittore di Racalmuto, Storiacce dedica la puntata all'attualità del pensiero di Sciascia, rileggendolo anche con Giuseppe Pignatone, magistrato siciliano, per tutta la carriera impegnato proprio nel contrasto alla mafia. "In Sciascia, mi colpisce ogni volta la rappresentazione della Giustizia e di chi la amministra. Da un lato, c'è una rappresentazione quasi sacrale; dall'altro lato, è spietato verso chi- soprattutto tra i magistrati- tradisce quell'ideale. Ed è spietata è l'analisi dell'amministrazione della Giustizia, come strumento del Potere"
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  • I misteri della Uno Bianca, 30 anni dopo
    Jan 10 2021
    Trent'anni dopo, ci sono ancora tante domande intorno alla storia della più feroce banda criminale. Una banda, composta di poliziotti, che seminarono terrore e sangue lungo la via Emilia. Era il 4 gennaio 1991, quando a Bologna, al quartiere Pilastro, tre giovanissimi carabinieri furono ammazzati da quella che subito divenne la "banda della Uno Bianca". Un mistero durato dal 1987 al 1994, quando l'arresto dei responsabili sconvolse l'Italia intera. Erano in prevalenza servitori dello Stato i criminali, responsabili di 24 omicidi, 102 feriti, oltre 100 rapine.

    30 anni dopo, i familiari delle vittime chiedono di indagare ancora, per fare luce sui buchi neri che continuano ad avvolgere questa storia: se il loro obiettivo erano i soldi, perché sparare nei campi nomadi? Perché uccidere, quando non era necessario? Perché farlo, sempre con la stessa arma, lasciando cosi tracce? C'era qualcun'altro dietro i fratelli Savi e i loro complici?
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  • Dentro il "cimitero dei vivi", tra pandemia e luoghi comuni
    Dec 20 2020
    Bisogna aver visto, per comprendere. Bisogna aver vissuto al di là del muro di cinta, per liberarsi da luoghi comuni e pregiudizi. Bisogna aver verificato i benefici di pene alternative, per riconoscere la natura antieconomica della detenzione. Bisogna aver ascoltato le storie dietro le statistiche, per capire che in Italia il carcere resta troppo spesso quel «cimitero di vivi», denunciato da Filippo Turati.
    E in questo cimitero di vivi, è entrato in modo significativo anche il virus: in questa seconda ondata della pandemia, sono più di mille i detenuti contagiati, altrettanti gli operatori. Ma affrontare le questioni collegate al carcere è sempre complesso, a causa di luoghi comuni e pregiudizi. Con numeri e storie- e con l'aiuto di persone che vivono quotidianamente la condizione carceraria- cercheremo di descrivere l'attuale situazione nei 190 penitenziari italiani.
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