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  • Testimoni della Storia 1943. Il Finanziere Bachisio Mastinu. Al servizio della Resistenza
    Dec 7 2023
    Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello ⁠⁠⁠⁠Stato Maggiore della Difesa⁠⁠⁠⁠, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo. I partecipanti all'iniziativa esprimono il loro ringraziamento a SMD per aver compreso lo spirito di questo progetto. Testimoni della Storia 1943. Il Finanziere Bachisio Mastinu. Al servizio della Resistenza Bachisio Mastinu nacque a Bolotana (Sassari) il 13 ottobre del 1909. Arruolatosi nella Regia Guardia di Finanza, il 1° novembre del 1928 iniziò la carriera nel Corpo, assegnato alla Brigata di frontiera di Prabello, lungo il confine con la Svizzera. Poi prestò servizio in altre delicate località di frontiera. Nel febbraio del 1943 lo troviamo, invece, in servizio presso la Brigata “volante” di Borgomanero, in provincia di Novara. E fu lì che Bachisio Mastinu fu chiamato ad operare una scelta, allorquando, dopo l'8 settembre 1943, anche la provincia di Novara fu occupata dai nazi-fascisti. Pur mettendo a rischio la sicurezza sua e della sua famiglia, Bachisio scelse la via più difficile: quella di offrirsi di imbracciare le armi al fianco dei tanti patrioti che avevano dato vita alle numerose Bande partigiane operanti nella zona. Bachisio entrò così a far parte, pur non dandosi inizialmente alla macchia, del gruppo di patrioti capeggiato dal Tenente di Fanteria Alfredo Di Dio, operante in Val d’Ossola, del quale divenne fiancheggiatore, fornendo preziose notizie, armi ed equipaggiamenti militari. Nei mesi che seguirono – siamo tra il febbraio-marzo del ’44 – il partigiano con le Fiamme Gialle fu notato da “Giorgio”, nome di battaglia di Aminta Migliari, un giovane patriota di Gozzano (Novara) che proprio in quei giorni stava organizzando, nella stessa Gozzano, il cosiddetto S.I.P. (“Servizio Informazioni Patrioti”), inizialmente costituito come rete informativa locale per l’organizzazione partigiana di Alfredo Di Dio. Nel marzo del 1945 il S.I.P. cambiò denominazione, assumendo quella di S.I.M.N.I. (“Servizio Informazioni Militari Nord Italia”), che di fatto, con i suoi 354 agenti effettivi, sarà la rete spionistica ed informativa più consistente della Resistenza, direttamente dipendente dal Corpo Volontari della Libertà del C.L.N. (Comitato di Liberazione Nazionale). Il S.I.M.N.I., che era in rapporto diretto con la “Missione Chrysler” del servizio segreto americano OSS (“Office of Strategic Service”), metterà a segno, sino all’epilogo dell’aprile 1945, numerose ed importanti missioni di guerra. Il Mastinu dovette operare veramente tanto, e bene, se è vero, come è vero, che nell’aprile del 1945 lo troviamo citato in un documento ufficiale del S.I.M.N.I. con il grado di Appuntato di Finanza e, soprattutto, con quello di “Agente Capo” del medesimo Servizio. Ebbene, l’agente Mastinu verrà trattenuto presso il Comando Centrale del S.I.M.N.I. anche dopo la Liberazione, come emerge in una lettera che il Comandante “Giorgio” indirizzò al Comando del Circolo della Regia Guardia di Finanza di Novara il 14 di maggio. Ripreso il servizio in Finanza, fu da questa posto in congedo il 5 novembre del 1958. Si spense a Piedimulera, in provincia di Verbania l’8 marzo del 1989, a pochi mesi dal suo ottantesimo compleanno. Testo e voce a cura di Gerardo Severino. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata.  “Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ e l’⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio. Credits per la musica: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠The Descent di Kevin MacLeod⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ (CC BY 4.0) e Price of freedom di ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Daddy_s_Music⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ from ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Pixabay⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠.
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  • Testimoni della Storia 1943. I Carabinieri della Stazione Napoli Porto
    Nov 30 2023
    Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello ⁠⁠⁠⁠Stato Maggiore della Difesa⁠⁠⁠⁠, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo. I partecipanti all'iniziativa esprimono il loro ringraziamento a SMD per aver compreso lo spirito di questo progetto. Testimoni della Storia 1943. I Carabinieri della Stazione Napoli Porto Napoli accolse la comunicazione dell’armistizio con grande sorpresa. Fino a quel momento non era trapelata alcuna notizia circa la possibilità di interventi esterni, da parte potenze straniere che potessero sostenere la situazione italiana. Per cui, la comunicazione di quanto si stava prospettando entusiasmò i Napoletani, al punto che tutta la popolazione si riversò esultante per le strade uscendo festante dai rifugi dove era stata costretta a vivere negli ultimi mesi. Il comando tedesco vedeva i Carabinieri con una certa diffidenza, tanto che furono predisposti attacchi improvvisi alle caserme dell’Arma. Fu attaccato anche il Palazzo dei Telefoni, assegnato alla vigilanza dei carabinieri della Stazione di Napoli-Porto. Inizialmente fu presidiato da un reparto del 40° Fanteria, una centinaia di soldati e alcuni ufficiali, rinforzato da trenta carabinieri, «tra i quali vi sono anche quelli della stazione di Napoli-Porto». Verso le ore 14,00 dell’11 settembre i tedeschi tentarono l'occupazione del Palazzo dei Telefoni. Con diversi autocarri ed una camionetta fu tentato l’assalto di sorpresa all’edificio. Sventata tempestivamente la manovra, i militari a protezione del palazzo reagirono. Dopo 45 minuti i tedeschi si dettero alla fuga. Rimasero sul posto, fino a sera, quattro carabinieri della stazione Porto in servizio di vigilanza. A tarda sera anche questi furono ritirati e i tedeschi occuparono l’edificio. Il 12 settembre, giunse a Napoli la divisione corazzata “Hermann Goring” sistemandosi nei pressi dell’Università. I nuovi giunti saccheggiarono le abitazioni e incendiarono l’Università. Gli abitanti del rione dovettero assistere di un marinaio della Regia Marina davanti al cancello dell’Ateneo. Intanto un gruppo di soldati tedeschi attaccò la caserma dei carabinieri Porto. I militari dell’Arma, nonostante la superiorità nemica, reagirono con bombe a mano e con i mitra, furono costretti ad arrendersi esaurite le munizioni. Così i tedeschi irruppero nei locali della stazione catturando i presenti. Erano in tredici e, mentre scendevano le scale della caserma, si imbatterono nell’appuntato Emilio Ammaturo che si accingeva a prendere servizio. Tutti i 14 carabinieri furono condotti davanti al palazzo dell’Università. Da qui su un autocarro raggiunsero Aversa, dove era stato approntato un campo di concentramento. Nella notte, i carabinieri ed altri prigionieri furono trasportati in località “Madama Vincenza”, nei pressi di Teverola, frazione di Fertilia, in provincia di Caserta. Verso le 15 del giorno dopo, condotti in un vallone, i 14 carabinieri e 2 civili furono travolti dalla scarica della mitragliatrice che per ben due volte sventagliò i proiettili contro i malcapitati, i quali, impassibili e senza alcun gesto di ribellione sfidarono la morte. Fu poi conferita a quei Carabinieri la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Testo e voce a cura di Vincenzo Longobardi. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata.  “Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ e l’⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio. Credits per la musica: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠The Descent di Kevin MacLeod⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ (CC BY 4.0) e Price of freedom di ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Daddy_s_Music⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ from ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Pixabay⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠.
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    10 mins
  • Testimoni della Storia 1943. Italo Piccagli e Radio CORA
    Nov 23 2023

    Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello ⁠⁠⁠⁠Stato Maggiore della Difesa⁠⁠⁠⁠, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo.

    I partecipanti all'iniziativa esprimono il loro ringraziamento a SMD per aver compreso lo spirito di questo progetto.

    Testimoni della Storia 1943. Italo Piccagli e Radio CORA

    Un altro ufficiale della Regia Aeronautica decorato di Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria durante la Guerra di Liberazione fu il Capitano Italo Piccagli. Fiorentino, si era arruolato come pilota, ma nel 1938 fu costretto a transitare al ruolo servizi a causa di una grave malattia al polmone sinistro, conseguenza di una missione di soccorso in mare. Divenne così insegnante di navigazione aerea, meteorologia e cartografia presso la Scuola di Applicazione della Regia Aeronautica a Firenze, dove si trovava al momento dell’Armistizio. Dopo aver aderito alla Resistenza, fu tra gli artefici dell’emittente clandestina Radio CORA, acronimo di COmmissione Radio. Dal gennaio al giugno 1944 Radio CORA mantenne un fondamentale collegamento tra la Resistenza toscana e i comandi alleati fornendo preziose informazioni sui trasferimenti di truppe, sui concentramenti di mezzi militari e sugli apprestamenti difensivi della Linea Gotica. Informazioni che agevolarono la liberazione di Roma e l’avanzata degli alleati. Il 7 giugno 1944, però, i nazifascisti fecero irruzione nella sede dell’emittente, un appartamento a Piazza D’Azeglio, a Firenze. Invano Piccagli si consegnò ai tedeschi per salvare i suoi collaboratori arrestati. Come si legge nella motivazione della Medaglia al Valore, «durante l’interrogatorio, malgrado le sevizie esercitate su di lui e sulla moglie, dichiarò apertamente a fronte alta di essere il Capo e il solo responsabile, di essersi mantenuto fedele al proprio giuramento ed al proprio dovere di soldato e di esserne fiero». Nascose alla moglie, che fu internata in Germania, di essere stato condannato a morte. Sentenza che fu eseguita il 12 giugno 1944 a Cercina, una frazione di Sesto Fiorentino.

    Testo e voce a cura di Stefano Cosci. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata. 

    “Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ e l’⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio.

    Credits per la musica: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠The Descent di Kevin MacLeod⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ (CC BY 4.0) e Price of freedom di ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Daddy_s_Music⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ from ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Pixabay⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠.

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    3 mins
  • Testimoni della Storia 1943. Il Reggimento San Marco, Anselmo Marchi, Alfonso Casati e Adriano Foscari
    Nov 16 2023

    Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello ⁠⁠⁠⁠Stato Maggiore della Difesa⁠⁠⁠⁠, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo.

    I partecipanti all'iniziativa esprimono il loro ringraziamento a SMD per aver compreso lo spirito di questo progetto.

    Testimoni della Storia 1943. Il Reggimento San Marco, Anselmo Marchi, Alfonso Casati e Adriano Foscari


    Dal 9 aprile al 19 maggio 1944 il Reggimento San Marco della Marina partecipò con il battaglione Bafile alla Campagna di Cassino alle dipendenze del Corpo Italiano di Liberazione (C.I.L.). Il 15 luglio giunse anche il battaglione Grado.

    I due battaglioni risalirono la penisola lungo la dorsale collinare adriatica. Furono liberate, in successione, anche con duri combattimenti, Iesi, Ostra Vetere, Belvedere Ostrense, Corinaldo, Cagli, Acqualagna, Urbino.

    Il 21 luglio 1944, nel combattimento d Belvedere Ostrense, cadde il tenente di vascello Anselmo Marchi, comandante la compagnia d’assalto del battaglione Grado falciato da una raffica di mitraglia mentre alla testa dei suoi uomini attaccava un agguerrito nucleo nemico attestato in un munito caposaldo. Fu decorato di Medaglia d’Oro al Valore Militare alla memoria.

    Nella tradizione del Reggimento San Marco, che impiegava anche ufficiali dell’Esercito, ai combattimenti di Belvedere Ostrense e Corinaldo prese parte, nel battaglione Bafile, il sottotenente dei granatieri Alfonso Casati, figlio del ministro della Guerra, che il 6 agosto trovava eroica morte nel sanguinoso combattimento che portò alla conquista di Corinaldo. Anche lui fu decorato di Medaglia d’Oro al Valore Militare alla Memoria.

    Il 1° ottobre 1944 il Reggimento San Marco passò agli ordini del capitano di vascello già MOVM Adriano Foscari. Con la forza di tre battaglioni, comprendendo anche il Caorle, costituì, assieme ai paracadutisti della Nembo, il Gruppo di combattimento Folgore. Dal 3 marzo 1945 fu impiegato tra i fiumi Senio e Santerno; il reggimento si distinse a Monte del Re, conquistato con un attacco alla baionetta.

    Per la campagna 1944-1945 gli fu conferita la Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia.

    Per le azioni di quei giorni il Reggimento San Marco fu decorato con la Medaglia di Bronzo al Valore Militare.

    Nell’intera campagna 1944-1945, il reggimento San Marco ebbe 125 caduti e 320 feriti.

    Testo e voce a cura di Leonardo Merlini. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata. 

    “Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ e l’⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio.

    Credits per la musica: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠The Descent di Kevin MacLeod⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ (CC BY 4.0) e Price of freedom di ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Daddy_s_Music⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ from ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Pixabay⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠.

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  • Testimoni della Storia 1943. Attilio Martinetto, il Finanziere che si immolò poche ore prima della Liberazione
    Oct 26 2023

    Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello ⁠⁠⁠⁠Stato Maggiore della Difesa⁠⁠⁠⁠, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo.

    I partecipanti all'iniziativa esprimono il loro ringraziamento a SMD per aver compreso lo spirito di questo progetto.


    Testimoni della Storia 1943. Attilio Martinetto, il Finanziere che si immolò poche ore prima della Liberazione

    Attilio Martinetto nacque a Castell’Alfero di Asti il 1° febbraio del 1922.  Compiuti con profitto gli studi superiori, il 14 dicembre 1940 si arruolò volontariamente nella Regia Guardia di Finanza. Dopo il corso di formazione fu mobilitato e, quindi, destinato al X battaglione R.G.F. operante in Slovenia, ove giunse il 10 maggio 1941 e dove avrebbe operato sino all’armistizio. Raggiunta miracolosamente l’Italia, il Finanziere Martinetto si recò al suo paese d’origine, ove, di lì a qualche giorno avrebbe aderito, quale cofondatore, al nascente Comitato di Liberazione Nazionale.

    Col precipitare degli eventi, a seguito dell’occupazione tedesca del Nord Italia, il Finanziere Martinetto decise di passare in clandestinità, entrando così a far parte della 6^ Divisione partigiana “Alpi”, operante nel Monferrato. Nel novembre seguente si portò, poi, nelle valli del cuneese, ove si sarebbe ben presto distinto in coraggiose azioni di guerra. Alcuni giorni dopo, incappato in un posto di blocco delle Brigate Nere, dovette fingere di aderire all’ideologia fascista, chiedendo, quindi, di entrare a far parte delle Forze Armate delle R.S.I. Avuta salva la vita, fu messo in libertà in attesa dell’incorporazione nella Polizia Fascista. Arruolato in questa avrebbe iniziato a fare il “doppio gioco” col solo interesse di aiutare il Movimento Resistenziale piemontese. La sua vicenda è davvero incredibile così come le azioni patriottiche delle quali si rese protagonista nei mesi seguenti.

    L’epilogo di questa storia porta la data del 25 novembre 1944, allorquando un documento sequestrato presso il recapito del partigiano Ettore Garelli, rese edotti i fascisti della vera attività svolta dal Finanziere.

    Furono entrambi imprigionati nelle carceri politiche di Cuneo.

    Dopo alterne vicende il Patriota astigiano riuscì a fuggire, prendendo posto su di un treno diretto a Briga, assieme alla giovane moglie. Ma entrambi furono scoperti. Vista arrestare la consorte, si fece avanti consegnandosi al nemico. Attilio Martinetto, dopo aver subito mesi di torture e angherie varie fu fucilato a 23 anni sul retro del cimitero di Cuneo, assieme ad altri partigiani, alle 8 del 25 aprile 1945, quando la Resistenza e gli anglo-americani stavano per vincere la durissima battaglia contro il nazifascismo.

    Molti anni dopo, alla sua memoria è stata concessa la Medaglia d’Oro al Valore della Guardia di Finanza. Testo e voce a cura di Gerardo Severino. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata.  “Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ e l’⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio.

    Credits per la musica: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠The Descent di Kevin MacLeod⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ (CC BY 4.0) e Price of freedom di ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Daddy_s_Music⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ from ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Pixabay⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠.

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    4 mins
  • Testimoni della Storia 1943. Angelo Ioppi, un eroe di ferro
    Oct 19 2023

    Il podcast "Testimoni della Storia" ha ottenuto il patrocinio dello ⁠⁠⁠⁠⁠Stato Maggiore della Difesa⁠⁠⁠⁠⁠, con l'autorizzazione all'utilizzo del logo.

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    Testimoni della Storia 1943. Angelo Ioppi, un eroe di ferro


    L’8 marzo 1944, nel piazzale Flaminio a seguito di delazione la polizia tedesca riuscì a catturare il brigadiere dei Carabinieri Reali Angelo Ioppi mentre stava per prendere un tram in compagnia della figlia diciassettenne.

    Come mai? Ioppi è un sottufficiale dell’Arma che aderisce sin dall’inizio della lotta di Resistenza alla Banda Caruso a quel Fronte Clandestino di Resistenza dei Carabinieri che ci coagula attorno alla figura del generale Filippo Caruso. Egli è protagonista di numerosi azioni da sabotatore. Ad esempio, il 14 gennaio 1944, lancia in via Tasso due bombe a mano nel cortile del terribile carcere. Il 7 marzo successivo riesce a sottrarsi alla cattura della polizia italiana repubblichina che lo cerca da fedele esecutrice degli ordini tedeschi. Qualche giorno dopo, in via Tomacelli, attacca una colonna fascista che ritorna dal cinema Adriano, in piazza Cavour. Tuttavia, le spie italiane e i collaborazionisti sono dappertutto, e anche per Ioppi c’è un prezzo.

      

    Rinchiuso immediatamente nelle tristemente famose carceri di via Tasso, subì 28 violentissimi interrogatori, alcuni dei quali condotti personalmente da Herbert Kappler, il comandante di quel luogo di tortura.

    Liberato il 4 giugno 1944, gli fu conferita la Medaglia d'Oro al Valor Militare, con la seguente motivazione: «Sottufficiale dei carabinieri reali, caposquadra del fronte militare di resistenza della Capitale (Banda Carabinieri Reali Caruso), audace fino alla temerarietà, sempre primo in ogni ardua contingenza e in ogni iniziativa rischiosa sfidando impavido le insidie della polizia nazi-fascista che lo ricercava attivamente, eseguì personalmente diversi ed importanti atti di sabotaggio e di distruzione contro il nemico. Arrestato una prima volta, riuscì a fuggire dalle mani della polizia fascista seguitando imperturbabile la sua intensa attività di organizzatore. Arrestato successivamente e richiuso nelle tetre prigioni di via Tasso, vi giacque per circa 90 giorni, subendo 28 martorianti interrogatori e le più atroci, massacranti, immense torture, per estorcergli rivelazione sull’organizzazioni del fronte militare di resistenza. Sopportò con adamantina eroica fermezza i più strazianti feroci supplizi, che resero il suo corpo permanentemente invalido, per nascondere severamente il segreto. Luminoso, sublime esempio di alte virtù militari, di assoluto sprezzo del pericolo, di completa ppassionata dedizione alla causa della Patria. – Fronte militare di resistenza, settembre 1943-giugno 1944.»


    Ioppi morirà nel 1984 a Roma, invalido permanente per le violenze subite. Nel 1991, la Stazione Carabinieri di Bomarzo è stata intitolata alla sua memoria.

    Testo e voce a cura di Flavio Carbone. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata.  “Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ e l’⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio.

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    9 mins
  • Testimoni della Storia 1943. Il generale partigiano, Sabato Martelli Castaldi
    Oct 12 2023

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    Testimoni della Storia 1943.040. Il generale partigiano, Sabato Martelli Castaldi

    «Quando il tuo corpo non sarà più, il tuo spirito sarà ancora più vivo nel ricordo di chi resta. Fa che possa essere sempre di esempio». Queste le parole che il Generale Sabato Martelli Castaldi affidò alla parete della cella del carcere di Via Tasso, a Roma, prima di essere condotto e trucidato alle Fosse Ardeatine.

    La sua storia è «una parabola tragica ed allo stesso tempo eroica» apparentemente inspiegabile, perché quella di Martelli Castaldi era stata una carriera militare fulminea, che in brevissimo tempo lo aveva visto promuovere al grado di Generale di Brigata Aerea.

    Poi l’improvvisa caduta in disgrazia, probabilmente per l’eccessiva franchezza nel presentare il reale stato della Forza Armata.

    Ad attendere quello che era stato il più giovane generale d’Italia il congedo forzato e difficili anni fatti di lavoro precario e di controlli da parte della polizia segreta fascista.

    Quindi, dopo l’8 settembre 1943, la decisione di aderire alla Resistenza, condivisa con gli appartenenti alle Forze Armate che alimentarono il Fronte Militare Clandestino e il collega Roberto Lordi.

    Direttore tecnico di un polverificio alle porte della Capitale, Martelli Castaldi si prodigò nel procurare armi ed esplosivi per i partigiani operanti nel Lazio e in Abruzzo, svolgendo attività informativa a favore delle forze alleate, assicurando assistenza ai militari sbandati senza disdegnare le azioni sul campo.

    L’attività clandestina del partigiano “Tevere”, questo il suo nome di battaglia, si interruppe quando Martelli Castaldi, con l’amico Lordi, scelse di presentarsi spontaneamente al comando tedesco per scagionare il titolare del polverificio che, totalmente all’oscuro dei fatti, era stato nel frattempo arrestato dai nazisti.

    Imprigionato, subì continue sevizie e torture senza mai rivelare nomi e notizie che potessero compromettere l’organizzazione della Resistenza romana. Così per sessantasette giorni prima di incontrare la morte insieme ai suoi compagni di prigionia.

    Al Generale partigiano, come fu ricordato, «esempio nobilissimo di completa e disinteressata dedizione alla causa della libertà del proprio Paese», fu tributata la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.


    Testo e voce a cura di Stefano Cosci. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata. 

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    3 mins
  • Testimoni della Storia 1943. La Spezia, la VAS 234 e Federico Martinengo
    Oct 5 2023

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    Testimoni della Storia 1943. La Spezia, la VAS 234 e Federico Martinengo

    Nelle primissime fasi immediatamente successive alla dichiarazione di armistizio, le azioni di resistenza agli attacchi dei tedeschi furono condotte in base alla interpretazione soggettiva delle poche direttive avute, spesso reagendo solo agli attacchi e mantenendosi su un piano conciliante e di non irritazione dei tedeschi.

    Va inoltre ricordato che i combattenti italiani si trovarono in una difficile posizione, poiché non coperti giuridicamente, in quanto, di fatto, esisteva la rottura di una alleanza, ma non una dichiarazione di guerra, per cui le forze armate agivano solo sulla base del diritto di autodifesa.

    Tale situazione consentì ai tedeschi una libera interpretazione delle leggi internazionali, considerando i militari italiani come “civili armati”. Ciò condusse a gravi episodi di vero e proprio assassinio senza processo.

    Per quanto riguarda le navi dislocate nell’Alto Tirreno furono illustrati i lineamenti di una operazione che avrebbe dovuto portare tali navi nei più sicuri porti centrali e meridionali e per tal ragione fu deciso l’invio da Roma alla Spezia dell’ammiraglio di divisione Amedeo Nomis di Pollone - per assumere il diretto comando delle unità siluranti presenti nell’alto Tirreno - e del contrammiraglio Federico Martinengo, comandante superiore delle Forze antisommergibili.

    Quest’ultimo, imbarcato sulla VAS 234, con la sezionaria VAS 235 prese il mare con rotta sud il mattino del 9 settembre 1943.

    Poco prima delle 1400 le due vedette furono attaccate da motosiluranti tedesche presso la Gorgona. Il combattimento durò circa un’ora con danni da entrambe le parti fino a che le VAS esaurite le munizioni si rindossarono a Cala Scirocco.

    Qui la VAS 234 fu nuovamente impegnata ed affondata portandosi sul fondo anche l’ammiraglio Martinengo che, già mortalmente colpito da una raffica di mitraglia nemica, continuò strenuamente ad essere al timone dell’unità che portava la sua insegna.

    Alla sua memoria fu decretata la Medaglia d’Oro al Valore Militare.

    Testo e voce a cura di Leonardo Merlini. Coordinamento editoriale, editing, sound design e produzione di Flavio Carbone. Alla prossima puntata.  “Testimoni della Storia” è una iniziativa che vede la partnership di giornidistoria.net e storiadeicarabinieri – il podcast (⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠qui tutti i contatti⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠), insieme ad alcuni volontari che hanno aderito al progetto. La ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Società Italiana di Storia Militare – SISM⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ e l’⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento e dalla Guerra di Liberazione– ANRP⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ hanno concesso il proprio patrocinio.

    Credits per la musica: ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠The Descent di Kevin MacLeod⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ (CC BY 4.0) e Price of freedom di ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Daddy_s_Music⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠ from ⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠Pixabay⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠⁠.

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