METAMORFOSI. L'Uomo e la Materia.

De: JLIVE RADIO
  • Resumen

  • Cos'è infondo un'opera se non la trasposizione dell'anima?"

    METAMORFOSI è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione.

    METAMORFOSI è un viaggio emozionante nel quale scoprire il ciclo vitale creativo che partendo dalle mani dell'artista, passa attraverso la materia e diventa vita!

    METAMORFOSI è una raccolta di interviste che documenta le emozionanti storie di donne e uomini che, con la loro passione continuano a far vivere le più antiche e creative forme d'arte, riuscendo a creare delle vere e proprie opere d'arte trasformando semplici materie come l'argilla, la pietra, il ferro, i metalli, i filati, ecc..

    La 1° serie è dedicata all'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese. In ogni puntata Liliana Rullo, speaker e autrice, descrive e interpreta le emozioni, le intuizioni e il senso di ciascuna opera. Lidia Di Blasio, speaker e autrice, intervista un artista, artigiano o designer per conoscerlo più da vicino e ascoltare la saggezza dei maestri e le emozioni dei più giovani.

    METAMORFOSI è prodotto e diretto da JLIVE RADIO www.jliveradio.com da un'idea di Lidia Di Blasio e Liliana Rullo per conto dell'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese.

    Dal trailer: "Le mani modellano l'argilla, i colori prendono vita nella ceramica, la sensibilità scolpisce la pietra, il fuoco fonde il ferro, il vetro prende vita con un soffio, la luce riflette l'oro, fili invisibili legano il passato al presente, l'intuito crea valore... si anima. La maestria rende la materia un 'opera d'arte. Cos'è infondo un'opera se non la trasposizione dell'anima?"

    2022 JLIVE RADIO
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Episodios
  • Lorenzo Marcotullio - Penne in legno
    Aug 24 2023

    Le opere realizzate da Lorenzo Marcotullio sono penne in legno.

    Il corpo o fusto di ciascuna penna è in legno, modellato artigianalmente.

    La parte alta è ornata da simboli che richiamano arti e professioni.

    Tra i tanti spiccano il simbolo caduceo e quello con la chiave di violino.

    Il simbolo caduceo, in color oro vivo, è simboleggiato da due serpenti attorcigliati intorno ad un bastone alato che rappresentano uno la dose terapeutica e uno la dose tossica. Risalente all’antica Grecia rappresenta lo scettro del Dio Hermes che lo esibiva come simbolo di pace e di prosperità per allontanare le liti.

    La chiave di violino è un simbolo posto all’inizio del pentagramma con la funzione di fissare la posizione delle note. E’ simbolo del libertà, di scoperta, di conoscenza e di nuove possibilità.

    Il varcare la soglia del pentagramma per aprirsi a qualcosa di prezioso come una nuova armonia musicale.

    Le penne in legno decorate con tali preziosi simboli trasmettono messaggi di rivelazioni delle parti di noi più intime e raccolte.

    L’arte dello scrivere a mano è una propulsione, un impeto di istinto ma che porta con sé un atto di coraggio.

    Quando le parole sedimentano dentro il proprio vissuto, calamitando nei confini di una pagina tutto quanto assorbito e incluso nel proprio divenire allora la penna diventa metafora di vita e mezzo di espressione.

    La penna in legno fregiata di simboli sembra così respirare. Dentro il fusto in legno sembra così respirare il proprio albero di vita, le proprie foglie al vento, le proprie radici saldamente radicate alla terra.

    Allora la penna in legno realizzata dall’artista Lorenzo Marcotullio non è solo una penna, ma è una trasposizione del proprio albero che incide sulla carta il vissuto esperienziale della più intimo sentire.

    E’ lo strumento attraverso il quale si coagulano pensieri ed emozioni attraverso il materiale ligneo che vibra, vive e parla del proprio albero di vita.

    Sembra pulsare.

    Regalare così una penna in legno è atto di coraggio e di propulsione perché richiede slancio vitale verso la ricerca della propria essenza e del proprio io più autentico, quello legato alla terra, alle radici e alle chiome verdeggianti.

    Richiama il ciclo vitale dell’albero che vive le quattro stagioni, dalla morte autunnale alla rinascita primaverile passando per le verdeggianti e colorate primavere ed estati.

    Il pulsare di tale impeto conduce dunque alla ricerca di se stessi e delle proprie radici.

    Le radici di quell’albero che scorrono nella mano e si imprimono sulla carta.

    Grazie Lorenzo Marcotullio perché con le tue penne in legno ci riporti all’essenza della terra, del ciclo vitale linfatico che sgorga dalle radici, si erge attraverso il fusto e si espande nelle chiome verdeggianti del fluire delle parole impresse su carta.

    testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. 

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    #Metamorfosi è il podcast dedicato all'uomo, alla materia e alla sua trasformazione. METAMORFOSI è un format radiofonico ideato per l'Ente Mostra dell'Artigianato Artistico Abruzzese, prodotto e diretto da Jmotion Agenzia Pubblicitaria, in onda su #JLIVERADIO 

    Speaker e autrici #LilianaRullo e #LidiaDiBlasio

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    13 m
  • Mattia Aceto - Pietra della Majella
    Aug 24 2023

    Le opere dell’artista Mattia Aceto, realizzate con la pietra della Maiella, sono costituite da tre sculture raffiguranti il simbolo dell’infinito in versioni diverse.

    La prima in evidenza sembra raffigurare il simbolo dell’infinito.

    Le altre sembrano simboleggiare il simbolo dell’infinito spezzato.

    Il simbolo dell’infinito ha la forma di un otto di astrazione matematica, che indica una grandezza illimitata e che può crescere in modo smisurato.

    Raffigurante una linea senza fine che può illimitatamente crescere ed espandersi, il simbolo dell’infinito tende all’espansione appunto verso l’immenso e l’inesauribile.

    Da qui il contrasto con la materia scelta per la realizzazione dell’opera.

    La pietra della Maiella caratterizzata dall’essere calcarea e omogenea spicca per essere anche tenera e facilmente lavorabile, duttile e malleabile.

    E’ tuttavia pur sempre una pietra e come tale di indole fortemente gravitazionale.

    Statica. Fissa. Terrena. Saldamente ancorata alla terra. Pesante. 

    Tale dualismo che lega la forza di gravità della pietra della maiella con la leggiadria di infinito del simbolo rappresentato fa espandere all’occhio dell’osservatore tutta la maestria del pensiero e della manualità dell’artista Mattia Aceto. 

    Accanto alla perfezione del simbolo di una dimensione sconfinata, le altre due opere sembrano infiniti spezzati, quindi finiti.

    Il ciclo vitale che passa si spezza e fa riecheggiare tutta la caducità della vita umana.

    Fatta di finito e di arginato, oltre che di materico e terreno.

    La triade che appare sembra così dominata da un simbolo di infinito che si contrappone e governa i due simboli di finito.

    Tutto questo rappresenta una ciclicità fatta di tensione illimitata che si contrappone a forza circoscritta, definito e precisato.

    Fatto di Staticità e di illimitata dinamicità.

    Fatto di gravità e di espansione.

    Terra e Aria.

    Sembrano ergersi come slanci verso l’alto ma con uno sguardo sempre radicato al determinato.

    Infinito e finito governano dunque l’essenza intima dell’animo umano.

    La pietra della maiella, simbolo autentico della tenerezza e versatilità della materia terrena, è strumento vivo e dinamico nelle mani dell’artista che tende all’infinito, all’indeterminato e all’alea del non governabile, con uno sguardo sempre attento alla certezza del finito, del netto e dello stabilito.

    Grazie Mattia Aceto perché con le tue opere ci fai assaporare quello slancio creativo che parte dalla pietra della maiella ed approda ad un sentire illimitato e infinito verso la verdeggiante chioma dell’espandersi del proprio essere e del proprio sentire. 

    testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. 

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    14 m
  • La dote - installazione artistica ABAQ
    Aug 14 2023

    La Dote è un’installazione avente ad oggetto l’assemblaggio e i ricami a cura della cattedra di Costume per lo spettacolo dell’Accademia di belle arti di L’Aquila del Prof. Attilio Carota e della Prof.ssa Alessandra Carducci.

    Arrivano così agli occhi di un visitatore attento i colori e le forme di una intimità elegante e raffinata che racchiudeva i valori delle giovani spose e i sogni, attraverso ad esempio l’abito di primo letto o l’intimo.

    Attraverso la dote, che significa regalo o dono, si voleva rappresentare dalla famiglia della sposa allo sposo il conferimento di un insieme di beni. La tradizione, in molti paesi dell’Abruzzo, era quella di portare il corredo dentro un baule dalla casa della sposa a quella dello sposo attraversando le vie del paese.

    La dote, nata come liberalità anche se regolamentata, divenne nei secoli obbligatoria attraverso il codice giustinianeo. L’istituto è sopravvissuto fino al 1975 fino a quanto è stato inserito l’art. 166 bis nel codice civile ai sensi del quale “è nulla ogni convenzione che comunque tenda alla costituzione dei beni in dote”.

    Quest’installazione comunica il sentire dei tempi passati, durante i quali le donne dovevano dimostrare attraverso la dote l’apporto e il proprio contributo per parificarsi all’uomo.

    L’intimo sospeso trasmette la staticità del rapporto. 

    Emerge tutta la traslazione dell’immateriale sul materiale.

    L’aspetto materico dell’intimo sospeso, oggetto di uno scambio economico e patrimoniale, diventa simbolo e metafora di rapporti finalizzati alle cose terrene.

    Ma nell’installazione come nella vita questi oggetti restano sospesi. Immobili. Quasi a non accettare il divenire del rapporto matrimoniale che si fa amore e resta immateriale.

    La forma non diventa sostanza. Resta sospesa. In un rapporto intrappolato dentro se stesso che si misura con la patrimonialità quantitativa di beni materiali.

    Quest’opera resta solo in apparenza semplice e lineare.

    Un’attenta indagine ci fa catapultare in un tempo in cui la donna doveva dimostrare di valere con beni materiali e doveva farlo mostrandolo alla società di appartenenza trasportando per le vie del paese la sua dote.

    La riflessione che fa emergere è dunque la rilevanza del sentire sociale sul rapporto matrimoniale.

    L’essere per la società dal punto di vista patrimoniale diventa essenziale per l’essere nell’io individuale.

    Tale sillogismo ha portato a numerose storture dei rapporti falsati dall’apparenza dell’avere.

    Sentiamo ancora oggi quanto l’avere, patrimonialmente inteso, influisca sui rapporti di coppia e sui rapporti sociali in generale. Quest’opera arriva prorompente a farci riflettere proprio su questa traslazione che rimane però sospesa nell’aria, immobile e statica, e che non si è rivelata in grado di curare e sanare le ferite dei rapporti sociali fatti di energie immateriali, le sole in grado di curare e fortificare i rapporti.

    L’essere è ciò che emerge da quest’opera. L’avere resta sospeso. In un mondo che mal si adatta alle ferite del cuore e dei rapporti sociali.

    testo ©Liliana Rullo Ogni diritto riservato. Coperti dal diritto d'autore. 

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