OLIMPIA RACCONTA - TERZA STAGIONE  Por  arte de portada

OLIMPIA RACCONTA - TERZA STAGIONE

De: Fabrizio Silvestri - Podcast
  • Resumen

  • Lo sapevi che i cinque cerchi olimpici rappresentano non solo i cinque continenti, ma anche cinque valori fondamentali?
    In questo podcast, insieme a Fabrizio Silvestri esploreremo questi valori attraverso storie emozionanti di atleti, momenti memorabili e sfide appassionanti. Preparati ad un viaggio nel cuore delle Olimpiadi, dove sport e valori si incontrano!

    Olimpia Racconta
    Podcast scritto da Giovanni Fenu e Fabrizio Silvestri.
    Presentato da "L'uomo con la radio" produzione Stefano Francia EnjoyArt.
    Copyright Fabrizio Silvestri - Podcast
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Episodios
  • Episodio 1 - OLIMPIA RACCONTA - IL RISPETTO.
    Jul 25 2024
    Lo sapevi che i cinque cerchi olimpici rappresentano non solo i cinque continenti, ma anche cinque valori fondamentali? In questo podcast, insieme a Fabrizio Silvestri esploreremo questi valori attraverso storie emozionanti di atleti , momenti memorabili e sfide appassionanti. Preparati ad un viaggio nel cuore delle Olimpiadi, dove sport e valori si incontrano! Primo episodio Il nobile gesto di Lawrence Liemeux Il Rispetto. "Ciao e ben trovato… Puntuali con le Olimpiadi torniamo anche noi con una nuova serie di Olimpia Racconta. Ebbene sì, per il terzo anno consecutivo sono qui con te per un'altra emozionante edizione. Dopo Rio 2016 e Tokyo 2021, pensavo di aver finito con questa avventura, ma eccomi di nuovo pronto a riportarti indietro nel tempo, per farti rivivere la magia dei cinque cerchi. E credimi, quest'anno l'atmosfera è ancora più speciale, perché le Olimpiadi estive 2024 si svolgono nella romantica Parigi! Pensa che la capitale francese non ospita i Giochi dal 1924, un secolo fa, non tanto per dire… È proprio passato un secolo! Un motivo in più per essere qui con te, per onorare anche il "padre" dei Giochi moderni: il francese Pierre de Coubertin. Grazie a lui, dopo 1500 anni, il fuoco di Olimpia è tornato a splendere, regalandoci emozioni uniche. Per questa edizione di "Olimpia Racconta", io e Giovanni Fenu abbiamo deciso di raccontarti 5 storie incredibili, una per ogni cerchio olimpico. Storie che incarnano alla perfezione 5 valori fondamentali dello sport e della vita…: il rispetto, l'eccellenza, l'amicizia, la lealtà e lo spirito olimpico. Perché le Olimpiadi sono molto di più di una competizione: sono un esempio di valori universali che dovremmo applicare sempre tutti i giorni e non solo durante i Giochi. Iniziamo allora il nostro viaggio con il tema del rispetto. Pensiamoci: i Giochi moderni, seguendo l'idea di de Coubertin, promuovono il rispetto tra tutti, senza distinzioni di nazionalità, cultura, razza o religione. Atlete e atleti, tutti sullo stesso piano, sorelle e fratelli uniti dalla dignità di esseri umani. E oggi, ti raccontarto una storia che è la massima espressione di questo rispetto, una storia che va oltre la competizione, oltre la vittoria. Una storia che sono sicuro ti emozionerà…" "Immagina di essere nel porto di Pusan , in Corea del Sud, ed è il 1988. Il sole splende, il vento è perfetto e le gare di vela per la XXIV Olimpiade di Seoul stanno per iniziare. In questa bellissima giornata, il canadese Lawrence Lemieux, 33 anni, si prepara per la quinta regata della categoria Finn, un' imbarcazione piccola e agile con un solo uomo a bordo. Lemieux ha già partecipato alle Olimpiadi di Los Angeles del 1984, e questa volta è determinato a conquistare l'oro. Ma il destino , come vedremo, ha in serbo per lui un'altra sfida, una sfida che lo porterà a vincere una medaglia molto più preziosa: QUELLA del rispetto. Mentre la regata è in corso, il vento inizia a farsi sentire. Le onde si ingrossano e la situazione diventa pericolosa. All'improvviso, Lemieux vede due figure in acqua, in balia delle onde furiose. Si tratta di Siw Scio Her (Siew Shaw Her) e Joseph Chan, i velisti della nazionale di Singapore, la cui barca si è rovesciata. Senza pensarci due volte, Lemieux si dirige verso di loro. Ricordando la prima legge della vela, "se vedi qualcuno in difficoltà devi aiutarlo", e non ci impiega tanto a tuffarsi tra le onde per salvare i suoi colleghi. Riesce a recuperare Chan, ferito e sballottato dalla corrente, e poi si dirige verso Her, che è aggrappato disperatamente ai resti della sua barca. Poco dopo, una nave coreana arriva in soccorso e recupera i due naufraghi. Lemieux, invece, torna in gara per rispetto della competizione, anche se ormai le sue speranze di medaglia sono svanite. Termina la regata in ventunesima posizione, ma il suo cuore è sereno. Sa che ha fatto la scelta giusta, che ha salvato due vite umane. Il giorno della premiazione, Lemieux riceve un'ovazione dal pubblico e dagli altri atleti . Ha perso la gara, ma ha vinto la medaglia più importante: la medaglia del rispetto. Ha dimostrato che a volte, per vincere davvero, bisogna saper perdere, bisogna saper mettere da parte i propri obiettivi per aiutare chi è in difficoltà. Lemieux, con il suo gesto di coraggio e altruismo, ha incarnato lo spirito olimpico nella sua forma più pura. Ha dimostrato che lo sport è molto di più di una competizione: è un'occasione per unirsi, per aiutarsi, per dimostrare che siamo tutti parte di una grande famiglia umana." " Questo nostro primo viaggio nel mondo delle olimpiadi contrassegnato dal valore del rispetto si conclude con la storia di Lawrence Lemieux, un uomo che ha dimostrato che l'oro più prezioso non è quello che si può appendere al collo, ma quello che si porta nel cuore. Il suo gesto di coraggio e altruismo gli ha valso non solo l'encomio del presidente del CIO, Juan Antonio Samaranch, ma ...
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  • Episodio 2 - OLIMPIA RACCONTA - LA PERFEZIONE FATTA PERSONA
    Jul 25 2024
    Sapevi che i cinque cerchi olimpici rappresentano non solo i cinque continenti, ma anche cinque valori fondamentali? In questo podcast, esploreremo questi valori attraverso storie emozionanti di atleti , momenti memorabili e sfide appassionanti. Preparati ad un viaggio nel cuore delle Olimpiadi, dove sport e valori si incontrano! Secondo EpisodioNadia Comăneci: l’eccellenza fatta persona " Ebbene… eccoci di nuovo insieme per un'altra emozionante avventura olimpica. Oggi parliamo di eccellenza, quel valore fondamentale che spinge ogni atleta a dare il massimo di sé, a superare i propri limiti, a "gettare l'anima oltre l'ostacolo". La storia che sto per raccontarti è la dimostrazione di come l'eccellenza possa spingere gli atleti a dare persino il 10 1%. La protagonista di questo episodio è Nadia Elena Comăneci, una ginnasta rumena che a soli 14 anni ha scritto una pagina memorabile nella storia delle Olimpiadi. Ma andiamo con ordine ..." Nadia nasce il 12 novembre 1961 ad Onesti, un paesino della parte orientale della Romania; a 3 anni comincia a fare ginnastica, mentre a 6 viene notata da Béla Károlyi che la convince ad entrare a far parte della società sportiva che guida insieme alla moglie Marta... Per la giovanissima Comăneci sono anni di durissimi allenamenti: ore e ore sotto il rigido sguardo degli allenatori e una dieta ferrea (si dice che Károlyi imponesse loro una dieta di circa 900 calorie al giorno, nda), Gli allenamenti erano formati da una serie di movimenti da riprovare meticolosamente, da imprimere nella memoria per non lasciare nulla al caso... La stanchezza è tanta, le pressioni di un regime comunista intenzionato a fare delle loro atlete uno “strumento” di propaganda circa la superiorità, anche sportiva, del blocco socialista... ma la passione di Nadia supera ogni ostacolo e imperterrita prosegue negli allenamenti... giorno dopo giorno. I duri allenamenti la conducono a coronare il sogno di qualsiasi atleta, partecipare alle Olimpiadi. Il sogno delle Olimpiadi per Nadia Elena Comaneci si realizza in occasione della XXI edizione dei Giochi, quella del 1976 in programma a Montreal, in Canada. E in terra canadese la ginnasta rumena stupirà il mondo e forse anche sé stessa, rasentando, anzi superando la perfezione... È il 18 luglio 1976 in calendario olimpico c’è in programma la finale delle parallele asimmetriche... L’esecuzione della Comăneci è perfetta: unico “neo”, se proprio lo si vuole trovare, è in quel saltello fatto una volta aver toccato terra al termine dell’esercizio... Ma i giudici non hanno dubbi: quell’esecuzione è l’emblema dell’eccellenza: è 10 anche se i computer, programmati per registrare votazioni fino al 9.99, segnano soltanto un bugiardo 1.0... un modo per far capire al pubblico e a chi segue da casa che in realtà è un vero 10... L’esecuzione di Nadia è l’emblema della perfezione dell’eccellenza... una perfezione che in quei Giochi Nadia Comaneci raggiunge per altre cinque volte, conquistando, oltre all’oro delle parallele asimmetriche anche quello nel concorso generale individuale e nella trave... ai quali si aggiunge l’argento nel concorso a squadre... Ma cosa prova, Nadia, prima di raggiungere l’eccellenza? «Le parallele sono lì, davanti ai miei occhi... sono concentrata, pronta a dare il massimo per il mio paese, i miei allenatori, i miei genitori e per me stessa... pronta a dare un senso a quei giorni di duri allenamenti, di fatica e di lacrime... il mio allenatore mi solleva, afferro con sicurezza la parallela... incomincio a ruotare... una... due... tre volte... salto sull’altra parallela... una verticale... tengo la posizione attenta a non vacillare... tutto ruota intorno a me... come in un’ectasy il mio corpo volteggia con leggiadria da una sbarra all’altra... su... in posizione... ancora una rotazione e poi il salto... l’uscita è perfetta... il boato del pubblico immenso e stordente...». Quattro anni dopo Montreal, alle Olimpiadi di Mosca del 1980, la Comănaci conquista l’oro nel corpo libero e nella trave, e l’argento nel concorso a squadre e in quello individuale... La carriera della giovane Nadia subisce una svolta: nel 1981, infatti, la federazione di ginnastica rumena organizza un tour ufficiale negli Stati Uniti chiamato “Nadia ‘81” sotto la guida dei suoi due allenatori, Béla e Márta Károlyi che decidono di rimanere negli Usa... Nadia, dal canto suo, decide di tornare in patria: da quel momento è guardata con sospetto dal regime, le vengono vietati i viaggi all’estero, temendo che voglia fuggire come i suoi due allenatori... Passeranno altri 8 anni prima che Nadia fugga dalla sua Romania per essere una donna libera. Infatti, Il 27 novembre del 1989, a carriera ormai conclusa, la Comăneci, dopo una camminata di 6 ore, giunge in Ungheria, da qui in Austria poi in Canada e infine negli Stati Uniti dove viene accolta come ...
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  • Episodio 3 - OLIMPIA RACCONTA - L'AMICIZIA
    Jul 25 2024
    Sapevi che i cinque cerchi olimpici rappresentano non solo i cinque continenti, ma anche cinque valori fondamentali? In questo podcast, esploreremo questi valori attraverso storie emozionanti di atleti , momenti memorabili e sfide appassionanti. Preparati ad un viaggio nel cuore delle Olimpiadi, dove sport e valori si incontrano! Terzo Episodio Il gran gesto di Nikki Hamblin: L’Amicizia Ben tornato ad Olimpia Racconta! Sono felice che tu abbia scelto di continuare questo viaggio nella storia dei valori insieme a noi. Le storie di sport e di vita emozionano sempre, ci ispirano e ci ricordano che l'essenza della vita va ben oltre lo sport, i successi e le medaglie. Oggi, in questo terzo episodio, voglio parlarti di un valore sacro, un dono prezioso, un legame che ci sostiene e ci rende più forti: l'amicizia. L'amicizia è quel filo invisibile che ci unisce a persone che, pur diverse da noi, condividono i nostri valori, i nostri sogni, le nostre cadute e le nostre vittorie. E' un porto sicuro dove approdare nei momenti di tempesta, una spalla su cui piangere, una mano che ci tira su quando cadiamo. E' un raggio di sole che illumina la nostra vita e la rende più splendente. E come l'amicizia è fondamentale nella vita di ogni persona, lo è anche nello sport, dove la competizione e la sfida spesso oscurano l'aspetto umano e solidale. Ma ci sono storie, come quella che ti racconterò oggi, che ci ricordano che l'amicizia può essere più veloce dell'oro, più potente della vittoria, più memorabile del record. Ti voglio parlare di Nikki Hamblin e Abbey D'Agostino due mezzofondiste una neozelandese e l’altra americana. Entrambe entrare nella storia delle olimpiadi per un gesto di profondo altruismo e amicizia che ha commosso il mondo durante le Olimpiadi di Rio 2016. Un gesto che ha dimostrato come a volte la sconfitta, se condivisa, possa essere più preziosa di una medaglia. Preparati dunque ad emozionarti perché la storia di Nikki e Abbey rappresenta una storia di coraggio, solidarietà, di valori autentici. Questa è una storia di vera d’amicizia nata su un campo di gara… La gara dei 5 mila metri si è da poco conclusa e sul traguardo con un netto ritardo arrivano due atlete: Nikki Hamblin neozelandese e Abbey D’agostino americana. Quello che cattura l’attenzione non è tanto l’arrivo al traguardo con un netto ritardo rispetto alle altre atlete, quanto il gesto che le due atlete compiono… Si abbracciano e sorridono… sono felici di aver trovato un amicizia pura e inconsapevolmente di aver scritto un pagina di fair play nel grande libro della storia a cinque cerchi... Ma cosa è successo? Sei curioso anche tu di saperlo, vero? Allora riavvolgiamo il nastro della memoria e partiamo dall'inizio… Da una mattinata sonnacchiosa dove allo stadio Engenhao, quello dell'atletica, sono pronte le mezzefondiste, suddivise in battera, per la gara dei 5000 metri. Queste sono gare strane, fatte di improvvise accelerazioni e di frenate impreviste. C'è il rischio di sbandare e qualche volta anche cadere. Come succede a Nikki e Abbey… ma andiamo per ordine… La gara dei 5 mila metri è quasi al termine quando il gruppo frena bruscamente e la neozelandese Nikki Hamblin cade. L'americana Abbey D’Agostino nello stesso momento mette in fallo il piede e accusa una brutta torsione al ginocchio destro, ma, incurante del dolore, si volta e aiuta a rialzarsi la Hamblin, rimasta a terra. Entrambe, zoppicando, ricominciano a correre, l’una accanto all’altra per sostenersi almeno psicologicamente, perché una delle regole delle olimpiadi che devi farcela da sola, con le tue forze… Pochi passi e Abbey l'atleta americana cade per ben due volte a terra: la distorsione al ginocchio è grave. Questa volta è la neozelandese a sorreggerla. Abbey e Nikki tagliano il traguardo per ultime e sono felici, doloranti si abbracciano, e quell’abbraccio sarà l’emblema di Rio2016, un abbraccio che marca lo sport non solo come competizione, ma anche come solidarietà, complicità e amicizia. Per il fair-play dimostrato da Nikki e Abbey, il CIO decide di 'allargare' il numero di partecipanti alla finale, inserendo nella start list anche i nomi delle due runner per il comportamento tenuto durante le batterie… Purtroppo a partecipare a quella finale ci sarà solo Kikki Hamblin, Abbey D'Agostino deve dare per forza forfait: gli esami confermano la rottura del legamento lacerato crociato anteriore del menisco e l'elongazione del legamento collaterale mediale. In altre parole non potrà più continuare le Olimpiadi di Rio 2016. In Brasile Nikki e Abbey hanno dimostrato al mondo intero che l'amicizia può davvero essere più veloce dell'oro, più potente della vittoria, più memorabile del record. Loro due hanno scritto una pagina indelebile nella storia dello sport, una pagina che ci ricorda che il valore di un gesto solidale vale più di qualsiasi premio… Grazie a...
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